Fondo pensione, la trappola del silenzio assenso è accordo
È stata siglata ieri all’Aran l’ipotesi di accordo relativa all’introduzione del silenzio assenso per l’adesione al fondo pensione Perseo-Sirio del personale assunto dopo il 1° gennaio 2019 nei ministeri, regioni e autonomie locali, sanità, enti pubblici non economici, agenzie fiscali, enti di ricerca, università, Enac e Cnel.
Si tratta ancora di un’ipotesi che deve ora passare l’iter dei controlli previsto per essere efficace, ma diamo per scontato che non verrà modificato l’impianto sottoscritto ieri dalle sigle sindacali che hanno dato vita al Fondo.
L’accordo prevede sia l’adesione espressa che l’adesione tacita, cioè l’adesione mediante silenzio- assenso, assoluta novità mai introdotta sino ad oggi nel panorama pubblico.
Forse, ma solo forse, consapevoli di aver oltrepassato il limite della decenza e dell’arroganza nell’introdurre questa modalità, i firmatari si sono sentiti in dovere di mitigare la brutalità della formula introdotta attraverso una serie di passaggi “a tutela” dei lavoratori che però non modificano di una virgola la nostra netta contrarietà, già espressa nelle settimane precedenti, all’introduzione di un’evidente ed inaccettabile forzatura nella procedura di adesione.
Non saranno certo le false clausole di garanzia, contenute nell’ipotesi, come i riferimenti all’informazione dettagliata dovuta al lavoratore al momento dell’assunzione, o la seconda comunicazione da parte del Fondo che ricorderà a tutti coloro i quali sono caduti, per non aver manifestato alcuna volontà di adesione o di non adesione, nella trappola del Fondo, a nascondere la verità su questa operazione. Dietro a questo accordo si nasconde il fallimento della previdenza complementare sancito dalla scarsissima adesione dei lavoratori pubblici ai fondi Perseo-Sirio ed Espero: ricordiamolo ancora una volta, solo poco più di 174.000 adesioni su una platea di più di 2.300.000 lavoratori e lavoratrici del pubblico impiego. Solo attraverso una trappola come quella del silenzio-assenso i firmatari dell’accordo possono sperare di recuperare qualche adesione, sfruttando proprio le modalità di una formula ambigua che conta sulla disinformazione dei lavoratori.
L’accordo siglato ieri deve invece rappresentare l’occasione per continuare la nostra battaglia per una previdenza pubblica che assicuri pensioni dignitose a tutti i lavoratori, proprio a partire dall’informazione più capillare possibile che metta tutti e tutte nella condizione di capire cosa si nasconde realmente dietro la grande truffa della previdenza complementare ed offra quindi la possibilità di fare scelte consapevoli e non obbligate.
In quest’ottica USB ha organizzato per il 29 aprile alle ore 17.30, on line, un convegno sul sistema pensionistico al quale parteciperanno, tra gli altri, Pasquale Tridico, presidente dell’Inps e Beppe Scienza, professore di analisi matematica dell’Università di Torino ed esperto dei Fondi Pensione.
Un importante appuntamento al quale invitiamo tutti coloro che vogliono conoscere la proposta della USB in tema di previdenza: un tema troppo importante per essere lasciato in mano a chi vuole speculare sulla vecchiaia e soprattutto sul futuro delle nuove generazioni.
Comunicheremo a tutti in tempo utile il link per partecipare al convegno.
USB Pubblico Impiego