Friuli V.G. - Entrate, i controlli dell'Agenzia come missili terra aria

Trieste -

Quando nel marzo del 2018 le direzioni provinciali diffusero le note relative all’utilizzo dell’applicativo Mistral (che verifica in automatico gli accessi al sistema informatizzato da parte di lavoratori che in quel momento non si trovano in servizio inviando dei messaggi di allerta al responsabile dell’ufficio), sembrava si trattasse finalmente d’un sistema automatizzato che riuscisse a coniugare da un lato la doverosa privacy dei lavoratori e dall’altro l’esigenza di sicurezza della banca dati dell’anagrafe tributaria da possibili accessi indebiti. Mistral, in presenza di accessi considerati anomali genera una e-mail indirizzata al responsabile della struttura che contiene il tipo di anomalia riscontrata, la sua classificazione e l’invito ad accedere al sistema Mistral onde controllare il log degli accessi effettuati dal soggetto in posizione anomala.

Le anomalie così come individuate dalle note diffuse sono esplicitate dalle stesse e consistono in accessi effettuati:

- durante i giorni lavorativi, con mancata presenza in sede del dipendente;

- durante l’orario notturno (20.00-7.15);

- durante i giorni festivi.

Oggi, in seguito ad una accesa riunione svoltasi alla DP di Trieste, veniamo a conoscenza del fatto che la programmata asettica linearità della procedura presenta, nei fatti, processi decisamente meno corretti, coinvolgendo e forse travolgendo, diritti individuali e principi morali che credevamo inattaccabili.

In pratica, quando un lavoratore dell’Agenzia delle Entrate, si trovi costretto ad uscire dall’ufficio prima d’aver completato almeno metà del suo orario di lavoro giornaliero, le sue ore di presenza vengono cancellate (!) sicché, in automatico, viene generato un alert su Mistral che determina l’avvio della procedura più sopra tratteggiata. Voi direte, nessun problema; è evidente che non si tratta di accesso anomalo rientrante nella casistica individuata, ma soltanto di un problema di falso positivo. Ed anche noi lo davamo per scontato. Ma ci sbagliavamo.

Nei fatti l’e-mail inviata al responsabile della struttura viene, stando a quanto a noi dichiarato, corredata dal file con gli accessi effettuati (tutti)e considerati anomali, tanto che quest’ultimo si trova, a suo dire nell’obbligo di verificarli anche al di là della loro falsa anomalia. Non solo. In questi giorni, la patata bollente è stata scaricata alle POER, funzionari semplici e sotto la spada di Damocle della Corte, investiti di poteri d’indagine la cui legittimità è tutta da dimostrare.

In soldoni quindi, l’Agenzia delle Entrate effettua controlli sugli accessi dei lavoratori che (come nel caso del nostro ufficio) si recano al pronto soccorso, chiedendogli, anche un mese dopo di giustificare le interrogazioni effettuate, solo perché richiesto da una procedura automatizzata e acefala.

Ora è più chiaro perché abbiano scelto il nome di un missile terra aria per un applicativo di controllo sugli accessi.