GARANTISTI A SENSO UNICO

Due pesi e due misure nella difesa dell’immagine dell’Agenzia delle Entrate

Roma -

Fermo restando che compete alla magistratura far luce sulla vicenda relativa alle indagini avviate nei confronti della vice Direttrice dell’Agenzia delle Entrate, dott.ssa Gabriella Alemanno, vogliamo fare alcune riflessioni.

Prima questione. Non è la prima volta che un dirigente di vertice della nostra Amministrazione viene coinvolto/a in vicende “poco chiare” e, da quello che ci risulta, questi accadimenti non hanno comportato conseguenze dal punto di vista disciplinare. Né alcun dirigente ha mai presentato dimissioni, un atto politico che, in alcune circostanze, restituirebbe un immagine dell’Agenzia decisamente migliore e meno attaccabile.

Al contrario, sempre in questi anni, sia a causa di un codice disciplinare notevolmente inasprito dagli interventi della famigerata legge Brunetta, sia per l’accondiscendenza della nostra amministrazione nei confronti delle campagna di criminalizzazione condotta contro i lavoratori pubblici, nei confronti del personale sono fioccati procedimenti disciplinari.

Si è, per esempio, talmente dilatato il concetto di lesione del rapporto di fiducia che deve legare il lavoratore all’amministrazione, fino ad arrivare alla sanzione estrema del licenziamento nei confronti di una lavoratrice che aveva espresso posizioni critiche verso l’operato dell’amministrazione.

Non tutte le vicende sono uguali e vanno esaminate caso per caso utilizzando sempre il buon senso: esprimere una posizione fortemente critica nei confronti dell’operato dell’amministrazione è cosa ben diversa rispetto ad addomesticare accertamenti o cartelle di pagamento. Insomma non possiamo non rilevare che questa amministrazione ha spesso usato il pugno di ferro, anche ben oltre il buon senso, nei confronti dei lavoratori ed è stata decisamente più magnanima verso i propri dirigenti di vertice. Insomma, un garantismo a senso unico, nella migliore tradizione di questo Paese…

Seconda questione. Proprio in questi giorni l’Agenzia ha avviato una campagna a difesa dell’immagine dell’Agenzia. A questi incontri, anche offensivi della dignità e della professionalità dei lavoratori, sono seguiti, poi, dei veri e propri blitz polizieschi in alcuni uffici per verificare la corretta attestazione delle presenze. Da subito abbiamo espresso le nostre posizioni critiche verso tali comportamenti messi in campo dell’amministrazione, ma ora anche alla luce delle vicende giudiziarie che coinvolgono gli alti vertici dell’Amministrazione la contraddizione tra i due episodi ci sembra stridente. Diciamo in linea generale che se i vertici di questa amministrazione guardassero un po’ più al loro interno invece di raccogliere le peggiori pulsioni contro i lavoratori pubblici che provengono dal governo e dagli organi di stampa, salvaguarderemmo molto meglio l’immagine dell’Agenzia senza fare troppa propaganda sulla pelle dei lavoratori.

 

Infine un’ultima questione. Come è noto, la vicenda che vede coinvolta la dott.ssa Alemanno chiama in causa anche i vertici di Equitalia. Non è un mistero per nessuno che il clima di ostilità che Equitalia si è attirata su di sé, è frutto di una gestione dell’attività di riscossione spesso persecutoria con i ceti subalterni ed estremamente accondiscendente con i potenti.

Da sempre l’USB denuncia che la vera stortura risiede in un sistema della riscossione in mano privata e che obbedisce più alla logica del profitto (una spa ragiona per definizione in termini di profitto) piuttosto che guardare al perseguimento di una attività equa.

Sappiamo che in questi giorni si sta discutendo delle sorti dell’Agenzia delle Entrate ed anche dell’attività di riscossione e sono sul tavolo diverse ipotesi.

Crediamo sia una buona occasione per rimettere al centro una proposta da tempo avanzata dalla nostra O.S.: riprogettare il ruolo della riscossione, partendo dalla riappropriazione del servizio che deve tornare in mano pubblica ossia assolto da un soggetto pubblico e non da una controllata.

Per evitare degenerazioni che rischiano di allontanare il Fisco sempre più dai cittadini.