I primi effetti dei contratti triennali targati CgilCislUil: nel 2010 sette euro di aumento per i lavoratori del comparto Fisco
Il Ministero dell’Economia - Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato ha pubblicato le misure dell’Indennità di Vacanza Contrattuale, riferite al triennio 2010-2012, per il personale dipendente dalle Amministrazioni Pubbliche.
Gli elementi di calcolo dell’indennità di vacanza contrattuale sono:
- Il tasso di inflazione programmata per il 2010 pari all’1,5%;
- La base di calcolo è quella relativa allo stipendio tabellare vigente al 1° gennaio 2010;
- La misura mensile è pari al 30% dell’inflazione programmata per il 2010 a partire dal 1° aprile che diventerà 50% dal 1° luglio.
In caso di assenza del rinnovo del Contratto Nazionale anche nell’anno 2011, proseguirà la corresponsione dell’indennità nella misura mensile definita dal 1° luglio 2010 pari al 50% dell’inflazione programmata 2010.
Con questo burocratico comunicato della Ragioneria dello Stato si mette una pietra sopra il rinnovo dei contratti pubblici non solo per il 2010 ma anche con la previsione di estensione per il 2011, con incrementi salariali di 7 euro medie lorde mensili da aprile e 12 euro da luglio. Il che significa che in busta paga i lavoratori si troveranno al netto rispettivamente 4 e 6,5 euro. Questo è il primo effetto della triennalizzazione del contratto, tanto voluta da Cgil, Cisl e Uil.
Il fatto che non ci sia stato alcuno stanziamento per i rinnovi dei contratti nella legge Finanziaria 2010 è la chiara volontà del governo di non rinnovare i contratti ai lavoratori pubblici per quest’anno e, molto probabilmente, anche per il prossimo.
Il fatto è che la “Crisi”, nonostante i tentativi di rassicurazione di Tremonti, non è affatto passata e tutte le risorse, compresi gli aumenti dei pubblici dipendenti, devono essere utilizzati per salvare le Banche e le Imprese (leggi Fiat), che questa crisi hanno provocato.
Anzi il governo sta facendo molto di più. Sta infatti destrutturando la Pubblica Amministrazione, e quindi il residuo Stato Sociale, per far cassa e, attraverso leggi infami come la cosiddetta Brunetta e il Collegato Lavoro, smantellando i diritti e le tutele dei lavoratori pubblici, e privati.
Non possono essere sempre e solo i lavoratori a pagare il costo della crisi
La RdB P.I. non ci sta e rilancia con forza la propria piattaforma contrattuale per l’immediata apertura dei contratti pubblici, per aumenti salariali veri, per la stabilizzazione del salario accessorio (oggi oggetto di ricorrenti incursioni da parte del Tesoro), per il riconoscimento delle mansioni svolte e la progressione di carriera, per la fine del blocco del turn-over e l’assunzioni dei precari e disoccupati.
Roma, 25 marzo 2010
Direzione Nazionale RdB Pubblico Impiego