Il condizionamento
Mentre l'Agenzia lavora alacremente per condizionare il futuro dei Lavoratori e per modellare il profilo dell'impiegato ideale, la stessa Agenzia si dimentica di altri condizionamenti, non meno importanti per la produttività e l'efficacia dell'azione amministrativa: quelli dell'aria.
L’Amministrazione sogna da tempo di limare e levigare le riottose specificità di chi ancora non s’identifica con le magnifiche e progressive sorti dell’Agenzia. Valutazione, ordinamento professionale, immissione di “nuovi” in condizione di precarietà, formazione ad hoc, tutto allo scopo di creare finalmente l’homunculus ideale per le finalità politico-amministrative. Condizionamento integrale, sarebbe la giusta definizione per tutto ciò: ad esso tendono i Direttori più ideologici, oops, avvertiti, tra cui il Laziale.
Ma… guarda su che buccia di banana vanno a cadere: il condizionamento vero e proprio! Si, quello per climatizzare gli Uffici… Ad esempio, a Latina, sono “appena” sette anni che si fa finta di manutenere l’impianto o di promettere sostituzioni di elementi malfunzionanti. La gente ha, tra poche altre, questa sicurezza: che dovrà guadagnarsi il pane con il sudore della fronte, ma anche ai contribuenti non mancherà certo il “calore” dell’Agenzia.
Da lunedì 23 luglio “qualcuno” ha finalmente capito che non ce la fa più. Se l’aria è calda alle otto (sic) di mattina, bene, non si entra! Che altro fare? Quanto contenuto in una combattiva mozione alla cui elaborazione assembleare le RdB hanno molto contribuito: stato d’agitazione, segnalazione agli organi di controllo, coinvolgimento della cittadinanza.
La gestione materiale degli Uffici laziali è, come sempre, una pietra di contraddizione: la mancanza di trasparenza si allinea con l’apparente penuria di fondi, mentre di certo non si lesina con le spese “d’immagine”. Ma l’immagine di sofferenza condivisa con il pubblico e riportata dalla stampa è in questo caso il costo da pagare per il disprezzo nei confronti del benessere dei Lavoratori.