Il Futuro delle Agenzie Fiscali
Mercoledì 17 maggio, dopo il partecipato presidio di lavoratori pubblici e pensionati davanti al MEF, si è tenuto l’incontro tra l’USB e l’autorità politica nel quale si è parlato del progetto di riforma delle Agenzie fiscali indirizzato ad una maggiore autonomia.
Autonomia che, denunciamo da tempo, finora è esistita solo nella scelta degli incaricati di funzioni dirigenziali, che è quello che evidentemente interessava ai vertici delle agenzie e alla parte politica, mentre per il personale ha fatto comodo usare come alibi la normativa e le interpretazioni restrittive degli organismi vigilanti, sempre più invadenti, per precludere percorsi professionali e salariali per tutti i lavoratori.
E così siamo al paradosso che, al netto della parentesi dello svuotamento della Prima Area avvenuto nel primo CCNL AF, per quasi 15 anni è stato più facile avere incarichi dirigenziali che passare dalla Prima alla Seconda Area.
Anche il primo CCNL AF, che pur conteneva aspetti innovativi (stabilizzazione), andava infatti accompagnato con politiche diverse. Dopo l’avvenuta stabilizzazione di una quota del salario accessorio, porre carico delle risorse stabili del Fondo importanti istituti come le progressioni economiche avrebbe significato, nel medio tempo, mandare in crisi l’istituto, se non si fossero previsti meccanismi di alimentazione delle risorse fisse.
Ora che la sentenza della Corte Costituzionale ha messo in crisi la pratica degli incarichi dirigenziali, si ritorna a parlare di autonomia. Qualsiasi progetto non potrà risolversi con la scelta di chi gestisce i concorsi dirigenziali, ma dovrà dare risposte ai problemi del personale che per troppo tempo non hanno trovato soluzioni:
- liberare il salario accessorio da vincoli e tagli lasciando alla contrattazione il compito di determinare l'utilizzo delle risorse;
- investire sul personale attraverso nuove assunzioni ed una politica retributiva che consenta a tutti i lavoratori riconoscimenti professionali e salariali;
- stabilizzazioni delle risorse.
Fatta questa premessa, dal confronto con l’autorità politica è scaturito un quadro astratto senza alcuna certezza sul percorso che si intende seguire, su chi prenderà l'iniziativa legislativa, con quale strumento, in che tempi. E i lavoratori non hanno certo bisogno di qualcuno che dipinga per loro quadri astratti, ma di risposte concrete.
Certamente la presentazione di un emendamento salva incaricati non depone bene ed amplifica il rischio che la montagna partorisca il topolino, ovvero che la direzione sia quella di interventi spot, ancora una volta orientati a risolvere non i problemi dei lavoratori, ma l’annosa questione dei dirigenti.
Anche sul fronte delle risorse del salario accessorio e della stabilizzazione abbiamo avuto, infatti, risposte generiche che non lasciano presagire nulla di realmente concreto.
Mentre il confronto con la politica è avvolto nella nebbia ed assume contorni indefiniti, il tempo passa e le progressioni economiche per l’annualità 2017 si allontanano pericolosamente. Ecco il motivo per cui abbiamo sostenuto sin dall’inizio che il confronto con l’autorità politica non dovesse precludere la riapertura della trattativa sulle progressioni economiche mettendo in campo tutte le risorse disponibili e senza la valutazione.
Anche se qualcuno ha tutto l’interesse a rimuoverlo dalla memoria dei lavoratori, non possiamo dimenticare che, proprio grazie alla pre intesa del 14 dicembre siglata da CGIL, CISL, UIL e SALFI, si continuano a pagare Posizioni organizzative ed Incarichi di responsabilità con risorse fisse e ricorrenti.
Insomma, visto che i sindacati firmatari della pre intesa ora parlano tanto di stabilizzazione, perché, non agiscono di conseguenza disdettando quella pre intesa e facendo ritornare i soldi impegnati per le PO e gli IR nella disponibilità di tutti i lavoratori?
L’USB, quindi, invita i lavoratori a mantenere alta l’attenzione sia sul confronto con l’autorità politica che sulle problematiche relative all’utilizzo delle risorse del salario accessorio e si impegna, da subito, a mettere in campo tutte le iniziative sindacali necessarie, senza escluderne nessuna.