Il governo annuncia la chiusura di uffici dell’Agenzia dell’Entrate: è attacco al fisco, il 2 dicembre sarà sciopero

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È di enorme rilevanza, e sta suscitando grande preoccupazione negli ambienti finanziari, quella norma inserita dal Governo nella Legge di Bilancio (art. 154 comma 6 – “Misure di razionalizzazione della spesa e di risparmio connesse all’andamento effettivo della spesa”) che prevede una riduzione delle sedi dell’Agenzia delle Entrate sul territorio.

L’Agenzia delle Entrate, con apposito provvedimento del Direttore, provvederà alla riorganizzazione dei servizi, all’ottimizzazione e digitalizzazione dei processi, nonché alla razionalizzazione delle sedi territoriali. Dal provvedimento si dovranno conseguire risparmi strutturali di spesa per un ammontare non inferiore a euro 25.241.000 per l’anno 2023 e a euro 30.000.000 annui a decorrere dall’anno 2024.  L’Agenzia rendiconterà semestralmente al Ministero dell’economia e delle finanze lo stato di avanzamento di tale processo.  

La norma, così come strutturata, rappresenta una scure che ci riporta ai tempi della spending review, con tagli di spesa lineare calati dall’alto, non supportati da alcun ragionamento organizzativo orientato al potenziamento del Fisco. È facile comprende quanto la situazione possa essere delicata, soprattutto se si considerano gli effetti già prodotti dalle precedenti chiusure di uffici sul territorio, con un arretramento delle funzioni di controllo e dei servizi di prossimità. 

Poco vale infatti la retorica sulla digitalizzazione dei processi, laddove si rischiano ulteriori ricadute negative per l’accesso ai servizi della popolazione più disagiata, colpita dal divario tecnologico, da barriere linguistiche, con meno strumenti culturali. Una situazione che avvantaggerà gli intermediari privati.

Da non sottovalutare, inoltre, i rischi di mobilità territoriale coatta per il personale dell’Agenzia delle Entrate.

Insomma, una situazione che si prospetta già grave agli albori del citato provvedimento, ma che tuttavia conferma un’impostazione chiara del Governo, tesa a favorire gli evasori a scapito dei ceti popolari e delle classi lavoratrici. 

Anche per questi motivi il prossimo 2 dicembre sarà sciopero generale. Sarà l’occasione per ribadire il ruolo sociale del fisco, difendere il diritto ai servizi della cittadinanza, far sentire la nostra voce sulla vera emergenza in atto: caro vita e adeguamento dei salari.  

USB PI Agenzie FiSCALI

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