Incontro con il Vice Ministro del MEF

Roma -

Quando abbiamo avviato la mobilitazione contro i tagli al salario accessorio, per la stabilizzazione delle risorse e per porre a carico delle Agenzie il finanziamento delle Po e IR, abbiamo detto sin dall'inizio che occorreva un intervento strutturale capace di dare risposte a tutto il personale e non solo a una parte di esso. Il confronto tenuto in queste settimane con i lavoratori ha poi arricchito di ulteriori contenuti la protesta evidenziando l’insostenibilità dei carichi di lavoro, cominciando a mettere in discussione anche l'organizzazione del lavoro attraverso l'uso improprio delle deleghe di firme alle Entrate, vero e proprio strumento per scaricare le responsabilità dal basso verso l'alto e rafforzando la nostra posizione contro il sistema di valutazione alle Dogane e Monopoli

L'incontro tenuto mercoledì 5 febbraio alla presenza del vice Ministro Misiani e dei neo direttori dell'Agenzia doveva dare risposte almeno sul fronte dei tagli al salario accessorio.

Se da un lato il vice Ministro si è impegnato ad aprire un tavolo che affronti finalmente un ragionamento complessivo sul futuro delle Agenzie fiscali e che ponga anche il tema di un comparto specifico per il nostro settore, per quanto concerne la questione del salario accessorio le cifre contenute nell'emendamento illustrato dal vice Ministro parlano chiaro:

  • Agenzia delle Entrate: 6 milioni per le Posizioni Organizzative (ovvero per circa 3.500 lavoratori) per il 2020 e 6 milioni sempre per il 2020 per il restante personale (ovvero per circa 36.000 lavoratori) che diventeranno 10 milioni nel 2021.
  • Agenzia delle Dogane e dei Monopoli: 1,9 milioni per le posizioni organizzative (ovvero per circa 750 lavoratori) e 3,5 milioni per il restante personale (ovvero per circa 10.000 lavoratori) per il 2020.

Una risposta alla mobilitazione di queste settimane che, come abbiamo evidenziato nel nostro intervento, risulta insufficiente, emergenziale e sbilanciata a favore di una parte soltanto del personale. E soprattutto non corrisponde a quel necessario investimento sulla macchina fiscale che, unitamente ad una complessiva revisione in chiave progressiva del Fisco, consentirebbe di avviare una forte azione di contrasto all’evasione e costruire un sistema di tassazione davvero equo e redistributivo,

Insufficienti: chiunque può intendere che le cifre sopra riportate per tutto il personale sono assolutamente irrisorie rispetto ai 70 milioni di tagli che i lavoratori delle Agenzie Fiscali subiscono ogni anno in virtù dei famigerati tetti. Tagli che, è bene ricordarlo, si abbattono su risorse a loro volta già fortemente decurtate nel momento in cui il decreto del Ministro le trasferisce alle Agenzie. Le norme di contenimento della spesa alle Agenzie Fiscali vengono quindi replicati due volte: a monte, nel momento in cui il Ministro firma il decreto di assegnazione delle risorse e poi a valle, quando le risorse devono essere trasferite al personale.

Emergenziale: ogni anno si elude il problema di un intervento strutturale sui meccanismi di alimentazione dei nostri Fondi e arrivano provvedimenti tampone che danno risposte parziali. La necessità non più rinviabile di dare un futuro ai lavoratori del settore si tramuta in un perenne tirare a campare senza quella visione prospettica che un settore strategico come il nostro dovrebbe necessariamente avere.

Sbilanciata: il vincolo di destinazione di 6 milioni alle Entrate e di 1,9 alle Dogane per Po e IR, a fronte delle ridottissime cifre stanziate per tutto il resto del personale, sovverte l’ordine delle priorità e soddisfa soltanto quelle esigenze organizzative che stanno a cuore all’’amministrazione. E soprattutto risponde ad una logica secondo la quale si mette in sicurezza il salario di una parte esigua del personale a scapito della stragrande maggioranza. Da tempo e in solitudine sosteniamo che tali figure devono essere pagate con i fondi delle Agenzie.

A maggior ragione alla luce di questo emendamento che stanzia risorse specifiche per retribuire PO e IR, la nostra proposta è chiara: nemmeno un ulteriore euro del fondo deve essere utilizzato per pagare queste figure. Ciò consentirebbe di svincolare ulteriori risorse fisse per aprire una nuova stagione di progressioni economiche.

Questo sarà il banco di prova immediato con il quale ci misureremo. E sarà anche il momento in cui verranno allo scoperto per davvero le opzioni sindacali.

Lo vogliamo dire in anticipo: se dopo tanto blaterare le altre oo.ss. firmeranno l'ennesimo accordo che sottrae risorse al salario accessorio di tutti per finanziare Po e IR sarà evidente la natura di una mobilitazione che ha strumentalmente coinvolto tutti ma per risolvere in realtà solo il problema di alcuni.

Noi non lo consentiremo perché, come già ribadito, tutto il personale merita risposte in termini salariali e professionali.

L’USB continua il ciclo di assemblee avviate in queste settimane.