LA DIFFERENZA FRA LE PAROLE E I FATTI
Incontro sulle Convenzioni
Fiumi di parole sono state spese sull'autonomia delle Agenzie Fiscali. Un' autonomia prematuramente sbandierata, poi promessa, diventata infine una parola a cui ricorrere e in cui rifugiarsi quanto più è evidente che i fatti sono andati in tutt'altra direzione. Vincoli privatistici si sono aggiunti a quelli di finanza pubblica, l'indipendenza dall'autorità politica non ha impedito l'invadenza legislativa su qualsiasi aspetto, anche se è sicuramente servita a chi in questi anni ha avuto l'autorità di decretare, regolamentare, indirizzare, per sottrarsi ad un vero confronto sindacale.
Così anche quest'anno l'incontro sulle Convenzioni non è andato oltre la rituale informativa. Nessuna risposta è arrivata alla richiesta di garanzie sulla quantificazione delle risorse destinate al personale e sul rischio che tecnicismi contabili amplifichino gli effetti dei tagli previsti dalle norme, rendendo stabile anche per gli anni futuri la riduzione di 60 milioni subita quest’anno.
Né l’incontro che si è tenuto il giorno prima col viceministro Casero ha dato garanzie al riguardo.
Ma c'è un’ ulteriore novità. La convenzione recepisce il d.lgs 157/2015 e cambia il sistema di erogazione del salario di produttività . Per la prima volta al momento della firma della Convenzione non vi è alcuna quantificazione di risorse della quota incentivante che spetterà ai Lavoratori a fronte degli obiettivi raggiunti.
L’unica cosa certa è che non potrà superare la media di quanto ricevuto nell'ultimo triennio. Ulteriori tagli per le Agenzie Fiscali dunque, che si aggiungono a quelli già previsti per tutto il pubblico impiego. Si chiedeva stabilità per il nostro salario, ci hanno risposto stabilizzando i tagli.
L'inserimento dei sistemi di valutazione in Convenzione completa l'opera e rende evidente a tutti che le parole spese sull'autonomia delle Agenzie Fiscali sono state parole buttate al vento e che lo strumento della Convenzione sta sconfinando in ambiti che non gli dovrebbero appartenere, ma che dal momento in cui li fa propri la dialettica sindacale ne dovrà tenere conto.
Sistemi di valutazione che non diventano certo trasparenti solo perché inseriti in Convenzione. Meccanismi oscuri e arbitrari che ci si ostina a chiamare meritocrazia e che già tanto malcontento stanno creando nell’attribuzione dei passaggi di fascia alle Entrate, si vorrebbero estendere a tutti gli aspetti della vita lavorativa.
Non è un caso che la propaganda meritocratica è stata lanciata proprio nel momento in cui si sono bloccati i rinnovi contrattuali e si decurta il nostro salario accessorio: si vogliono distrarre i lavoratori dall’attacco complessivo ai nostri diritti e al nostro salario per introdurre una malsana competizione nei posti di lavoro dividendo i lavoratori fra chi sarà ritenuto “meritevole” e si salverà dai tagli e tutti gli altri che li subiranno.
Ma l’aspetto che più ci preoccupa è che, come è noto, il d.lgs 150/ 2009 prevede il licenziamento per scarso rendimento nei confronti di chi è ripetutamente inserito nella fascia più bassa. In quest’ottica poco cambia se le fasce e le valutazioni rispecchiano fedelmente l’impianto della Brunetta o se ne discostano formalmente, e i sofismi delle altre OO.SS sulla necessità di confronto per rendere la valutazione oggettiva e trasparente costituiscono solo l’ennesima dimostrazione della piena accettazione di questo pericoloso strumento e del totale asservimento alla squallida propaganda meritocratica.
Sistemi di valutazione e tecnicismi contabili usati per gestire il nostro salario, che accessorio non è, non fanno che aumentare il ricatto salariale nei confronti dei lavoratori delle Agenzie Fiscali.
E’ questo per noi il messaggio che esce dalle Convenzioni 2016. Un messaggio che non possiamo accettare e contro il quale metteremo in campo specifiche iniziative sindacali per rispedirlo al mittente.