La "lezione" dello sciopero: per cambiare è necessario partecipare.

Aderire a USB per costruire il sindacato che serve ai lavoratori

Roma -

A qualche giorno di distanza e con ancora negli occhi la splendida marea che ha invaso il 18 ottobre le strade di Roma in occasione dello sciopero generale indetto da USB, crediamo sia necessario fare alcune considerazioni su quella giornata. Anche nel nostro comparto registriamo un'alta adesione allo sciopero addirittura raddoppiata rispetto ai precedenti scioperi.

In alcune regioni: Lazio, Emilia Romagna, Veneto, Sardegna, Lombardia, un lavoratore su tre non è andato in ufficio. Vogliamo quindi ringraziare coloro che hanno creduto allo sciopero indetto dall’USB perché sappiamo il sacrificio che comporta, a maggior ragione in questa fase di pesante ristrettezza economica.

 

Proprio perché crediamo che sia possibile e necessario allargare il campo dell'opposizione sindacale alle politiche di austerity, vogliamo condividere con tutti i lavoratori, scioperanti e non, le nostre valutazioni.

I lavoratori hanno ben compreso che le politiche di austerità, praticate a tutti i livelli, non costituiscono la cura ma rappresentano la malattia.

Lo hanno capito dai contenuti della legge di stabilità, con l'ulteriore blocco dei contratti, la fregatura della Trise, i tagli alla spesa pubblica, la presa in giro degli spiccioli del cuneo fiscale pagato con un taglio alle detrazioni fiscali. E lo hanno capito anche osservando ciò che accade nel comparto delle Agenzie fiscali dove il salario accessorio continua a diminuire e l'amministrazione favoleggia di risparmi che invece sono semplicemente tagli alla spesa, uffici che chiudono, spending review che avanza.

 

Ragionamenti questi che abbiamo svolto e condiviso con i lavoratori nelle oltre 80 assemblee tenute negli uffici di tutto il territorio.

Questo percorso di confronto e partecipazione ha fatto crescere la voglia di lottare, di non delegare, di scegliere la mobilitazione per opporsi all'austerity e per rompere finalmente con la complicità di CGIL, CISL e UIL che oggi sono una parte del problema e non certo la soluzione.

Queste OO.SS, legate a doppio filo con i governi passati e con il presente, sono ormai distanti dai bisogni dei lavoratori. Sostenendo la stabilità politica e le larghe intese sostengono anche tutte le misure che hanno fatto arretrare a decenni fa le condizioni di lavoro.

Non deve trarre in inganno l'annunciato sciopero di CGIL, CISL e UIL, per il mese di novembre.

 

Non sappiamo se quello sciopero sarà mantenuto (la storia di queste OO.SS è costellata di scioperi minacciati e poi revocati) ma crediamo che uno sciopero di quattro ore in una data indefinita e quando i giochi della manovra saranno fatti non sia una risposta adeguata rispetto alle minacce che per l'ennesima volta incombono sui lavoratori.

Non vogliono in realtà disturbare il manovratore, come dimostrano le parole del viceministro delle Finanze Fassina che ha invitato queste OO.SS. a non compiere verso il governo un "atto ostile".

 

Lo sciopero del 18 ottobre rompe con queste ambiguità e rafforza USB facendolo diventare l'unico sindacato che i lavoratori possono scegliere per contrastare le politiche di austerity e il ruolo complice e anestetizzante degli altri sindacati.

Questa forza non va dispersa, ma anzi va consolidata proprio a partire dal nostro comparto dove dobbiamo tenere alta la mobilitazione, per dare una prospettiva alle aspettative salariali e professionali dei lavoratori e per offrire una idea diversa di Fisco, realmente dalla parte dei cittadini. Ma non basta.

 

Nei prossimi giorni partirà una campagna di adesione alla USB perché per costruire ciò che serve ci vuole il vostro sostegno.

Aderire alla USB significa costruire insieme il sindacato che serve ai lavoratori e per questo ci rivolgiamo a tutti.

Crediamo sia ora di sfiduciare chi predica prudenza e rassegnazione: aderire a un sindacato davvero alternativo è una straordinaria possibilità e al tempo stesso una necessità non più rinviabile.