L'anno che verrà

Roma -

Si avvicinano le feste di Natale ed oramai anche il 2019 volge al termine. Sindacalmente parlando, è stato un anno durante il quale nel nostro settore non è pervenuto alcun elemento di discontinuità rispetto agli anni precedenti.

Anzi si sono acuite tutte quelle diseguaglianze che da tempo caratterizzano le politiche messe in campo nei confronti del personale rivolgendo la consueta spasmodica attenzione verso le figure apicali senza che seguisse alcuna concreta iniziativa per dare risposte alla stragrande maggioranza del personale.

Certo si è finalmente concluso il lungo e sofferto iter delle progressioni economiche alle Entrate (e questo è comunque un fatto positivo), ma nel contempo alle Dogane è stato introdotto un meccanismo di valutazione che sta seminando palesi storture ed un diffuso e legittimo malcontento tra il personale.

Restano soprattutto senza risposta le questioni relative al taglio del nostro salario accessorio e la mancata stabilizzazione delle risorse, tra promesse e impegni assunti e puntualmente disattesi.

Nel frattempo alle Entrate si annuncia una nuova proroga (la sesta!) per gli incarichi di responsabilità e le posizioni organizzative, con una riunione guarda caso prevista per il 30 dicembre. Non è un caso che amministrazione e sindacati si apprestino a certificare per l'ennesima volta la sottrazione di 10.600.000 euro del nostro salario accessorio (circa 300 euro a testa) per finanziare quelle figure, proprio a ridosso della fine dell'anno quando notoriamente l'attenzione dei lavoratori è più bassa e rivolta alle meritate ferie...

Ma è stato anche un anno nel quale i lavoratori hanno dimostrato durante gli scioperi indetti ad aprile che possono e vogliono alzare la testa perché non sono più tollerabili condizioni salariali e normative sempre più penalizzanti

Vogliamo ricominciare il nuovo anno proprio partendo dal dato positivo della grande partecipazione a quegli scioperi durante i quali ci scrollammo di dosso lo scetticismo e la convinzione che spesso induce a pensare che non ci sia una alternativa e le cose non si possano cambiare.

Vogliamo augurare a tutti che il nuovo anno segni la definitiva sconfitta di quel senso di rassegnazione ed immutabilità che è stato inalato nei posti di lavoro anche da un modo di fare sindacato che da troppi anni trasmette il messaggio che il niente sia qualcosa e che l'unico orizzonte possibile sia la riduzione del danno. E nel frattempo ci conducono verso il peggio....

Crediamo sia questo l'augurio ed anche il regalo più bello che possiamo farci per il 2020.

Le occasioni per lottare non mancheranno: dalle questioni relative al salario accessorio ai carichi di lavoro, dall'ordinamento professionale ai rinnovi contrattuali.

Godiamoci il meritato riposo e ricarichiamo le batterie in vista degli impegni che ci attendono. Buone feste e buon anno a tutti i lavoratori dall' USB Agenzie fiscali.