Lazio – ADM, Smart Working negli Uffici Centrali? Il Direttore del Personale se ne lava le mani!

Roma -

L’11 dicembre si è tenuta l’ennesima riunione sullo smart working per gli uffici centrali, ma ancora una volta, a causa dell’atteggiamento dilatorio dell’Agenzia, non si è riusciti a siglare un accordo che uniformasse comportamenti e procedure all’interno degli uffici di piazza Mastai e via Carucci.

L’obiettivo dell’Agenzia era, evidentemente, quello di arrivare alla scadenza della circolare Dadone (prevista per il 31 dicembre) e dei provvedimenti governativi sullo smart working senza un accordo.

Più di un mese fa RSU e sindacati avevano rappresentato l’esigenza di dare regole chiare e uguali per tutti sull’argomento, mentre per l’Agenzia non c’era bisogno di un accordo perché la normativa affida ai singoli dirigenti la responsabilità di darne applicazione.

La mediazione provocatoria dell’Agenzia è stata quella di proporre un’intesa in cui si decideva di non decidere, ribadendo che ciascun dirigente avrebbe fatto a modo suo!

Proposta che, nel corso della riunione, si è capito fosse “prendere o lasciare”.

E così il Direttore del Personale, dopo aver ribadito quant'è brava l’Agenzia che addirittura paga i ticket per le giornate di smart working e che non ha tempo da perdere con i Sindacati, ha, per l’ennesima volta, abbandonato la riunione.

Questa semplice sintesi chiarisce che abbiamo un problema.

Il problema era ed è quello che questa Agenzia, al di là delle LIUA e delle CAD, pensa dello smart working.

Infatti, in una delle prime riunioni sul tema, il direttore del Personale si lasciò sfuggire che chi sta in smart working praticamente è in ferie.

Questo è il problema!

Il ricorso al lavoro agile, invece, significa dare un contributo fattivo al Paese in questa fase emergenziale. Perché siamo consapevoli che molti lavoratori non possono svolgere la propria attività da remoto e che, quindi, chi lo può fare lo deve fare. Per svuotare i mezzi pubblici, per far girare meno gente possibile, per evitare che gli Uffici diventino luoghi di assembramento e pericolo.

Lo hanno rappresentato più volte ieri praticamente tutti i rappresentanti sindacali presenti, abbiamo fatto proposte per rendere meno discrezionale l’uso dello smart da parte dei Dirigenti, abbiamo proposto di rendere meno ridicolo un accordo da firmare l’11 con scadenza il 31, proponendo di prorogare i termini fino a fine emergenza. La risposta è stata: non ho tempo da perdere con i Sindacati e me ne vado.

Che sia solo una questione di tempo quanto di mancanza di autonomia e autorevolezza per firmare persino un accordo locale senza prima avere l’autorizzazione, non ci è dato sapere.

Certo è che dare tutta questa autonomia ai dirigenti significa darla anche al Direttore Generale, visto che ha, ad interim, mezza Agenzia delle dogane e dei monopoli!
Rifiutandosi di concordare criteri uniformi qualcuno vuole tenersi le mani libere, anche a prezzo del caos organizzativo. Con questo atteggiamento inqualificabile l'Agenzia si assume tutte le responsabilità in ordine alla mancanza di uniformità di trattamento dei lavoratori, nonché ad ogni ricaduta di natura sanitaria per il personale tutto