Lazio - Entrate, apparenza e sostanza

Roma -

Avevamo intitolato, alcuni tempi fa, due nostri volantini: “piccoli dittatori crescono” e mai frase si è dimostrata più profetica.

 

In questo momento caratterizzato da una medievale caccia all’untore, ben si inserisce la comunicazione di servizio emanata dalla Direzione Provinciale I di Roma il 2 dicembre 2012.

 

Con detta comunicazione la Direzione si è cimentata in una ampollosa esposizione di regole comportamentali costellata di avvertimenti e intimidazioni esposti in grassetto nel testo.

 

Il documento inizia con la descrizione di una scena che, visti i comportamenti imperdonabili di due impiegati, è preferibile evitare di riferire, (chissà mai che reato avranno commesso?) e si distende ad affrontare le pause di lavoro consentite, inserendoci anche le pause per coloro che lavorano ai videoterminali, che ricordiamo sono obbligatorie, sottoponendole all’assenso dei coordinatori; prescrive che bisogni fisiologici come bere e bagno non debbano essere ripetute; stabilisce che i saluti ad un collega non debbano essere frequenti, pertanto si possono salutare solo i primi due(?) colleghi che si incontrano.

 

Per quanto riguarda i fumatori invece fa un’osservazione particolare, quella cioè di sottrarsi alla vista degli altri e affrettare l’operazione per non danneggiare l’immagine dell’Amministrazione!!! Ignorando quali siano i veri comportamenti che danneggiano l’Amministrazione così come perfettamente esposti nella lettera emanata dal nostro Direttore d’Agenzia; mentre per chi si serve degli erogatori delle bevande ne limita l’utilizzo e lo consente solo ad alcuni periodi come dire che è impossibile avere sete la mattina, o avere la necessità di più di un caffè.

 

Altra attenzione che riteniamo quanto meno maniacale è quella sulla violazione delle  regole igieniche, che crediamo nessun collega commetta sempre che non si voglia considerare, quella di gettare cartoni della pizza nel cestino, una trasgressione.

 

In ultimo appare, nella sua gravità, anche il richiamo alla decenza nell’attività di lettura dei titoli di giornale (fonte sempre più spesso di una autoformazione professionale), e nelle discussioni politiche e sindacali senz’altro utili nell’affermazione della propria libertà individuale.

 

Un capitolo a parte va riservato alle intimidazioni e minacce contenute nel documento, che crediamo vada contestualizzato al momento che viviamo: il continuo attacco a cui è sottoposto il Pubblico Impiego. Infatti i toni da ultimatum contenuti nel documento ben si conciliano con la strategia complessiva in atto nel nostro paese che dopo gli attacchi sul contratto di lavoro e sui diritti in esso contenuti si appresta a smantellare la pubblica amministrazione attraverso la continua e  costante campagna mediatica denigratoria del dipendente pubblico.

 

Bisognerebbe ricordare alla Direzione dell’Ufficio Provinciale di Roma I gli eccellenti risultati conseguiti dai lavoratori in tema di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale, conseguiti mediante il raggiungimento di tutti  gli obiettivi sempre più sfidanti che l’Agenzia “ordina”; obiettivi raggiunti nonostante le continue ristrutturazioni sia logistiche che organizzative che i lavoratori devono subire e a cui pongono rimedio con la loro alta professionalità e dedizione al lavoro.

 

Ricordiamo che ristrutturare l’ufficio in concomitanza delle attività lavorative genera stress, e perseverare nell’impiego del Front - Office in modalità open - space  è utile solo alla riduzione degli spazi ma non risolve le condizioni di lavoro degli addetti, anzi dall’ultima modifica effettuata al front - office abbiamo notato che gli addetti alla prima informazione sono costretti a lavorare con cappotti e giacche per ripararsi dal freddo. Probabilmente alla Direzione, come del resto a tutta l’Agenzia interessa molto di più l’apparire che l’essere.

 

Forse, anzi sicuramente, tutti i comportamenti che la Direzione giudica censurabili sono dovuti proprio alla riduzione dei diritti dei lavoratori e alla progressiva contrazione degli spazi a loro dedicati; se ci fosse un ambiente di lavoro più sereno, se ci fossero delle aree di ristoro, se ci fossero degli spazi dedicati ai fumatori, se ci fossero delle sale dove consumare il pranzo e socializzare, meglio ancora se ci fosse una  mensa e non si fosse costretti a mangiare sulla tastiera del computer, se ci fossero biblioteche in cui consultare e commentare le innumerevoli disposizioni, leggi, decreti, se ci fossero asili nido o una maggiore flessibilità nell’orario di lavoro certamente si potrebbe utilizzare il tempo non per stilare siffatti documenti, ma per far sì che la figura del Dipendente Pubblico venga giustamente rivalutata.

 

Ci sorge un dubbio: che questa comunicazione sia una ritorsione alla mancata adesione volontaria del personale alla rinuncia della flessibilità, proposta dall’Amministrazione?

 

Scarica il comunicato e la nota della Dp in fondo alla pagina.