Lazio - Entrate, fuori l'accordo dentro il verbale

Roma -

Nella regione Lazio si sta verificando un fatto a dir poco singolare: spariscono gli accordi e compaiono i verbali.

 

Sono ormai mesi che in perfetta sincronia, come rispondessero ad un unico input, gli Uffici delle Entrate della Regione Lazio non addivengono più a nessun tipo di accordo ma propongono solamente “verbali di riunione”; ora sappiamo bene che “spacciare” come accordo ciò che è, e deve essere, per sua natura una semplice rilevazione di presenze con l’indicazione sommaria dei temi trattati e con eventuali posizioni sindacali, solo se espressamente dichiarate con la formula di “nota a verbale”, è un’offesa all’intelligenza dei lavoratori che invece intelligentemente capiscono bene l’inganno.

 

L’inganno consiste nel pubblicare documenti sottoscritti da tutte le sigle sindacali come il prodotto di una condivisione.

 

L’inganno sta nel fatto che l’Amministrazione considera come già recepito il D.Lgs. 150/2009, che vorrebbe spazzare via le relazioni sindacali, nonostante diverse recenti sentenze dei tribunali confermino la nostra idea che la riforma non può essere applicata solo parzialmente e che proprio il blocco dei contratti collettivi fino al 2013 rappresenta il primo insormontabile ostacolo alla sua attuazione.

 

Inoltre al fine di allettare alla firma le OO.SS. viene instaurata una singolare procedura: gli uffici chiedono, anche a distanza di mesi, di compilare a cura delle singole sigle le posizioni tenute nella riunione, snaturando così il senso stesso del verbale, quello di essere, come dicevamo, una fedele riproduzione di quanto successo.

 

Se si vuole dare trasparenza a ciò che accade ai tavoli, si può benissimo fare uso delle nuove tecnologie. Emergerebbe l'inutilità di certe estenuanti riunioni, che finiscono con verbali condominiali che non modificano di una virgola la realtà. Noi non ci staremo più. Continueremo a batterci per dare ai lavoratori relazioni sindacali vere, serie e utili e denunceremo ogni tentativo di farle diventare un teatrino di sterili enunciazioni prive di conseguenze.

 

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