Lazio - Entrate, il gatto e la volpe e la favola di Pinocchio

Roma -

Proprio come i due loschi figuri della favola di Pinocchio, alcuni sindacalisti stanno frastornando in questi giorni i lavoratori del Lazio con comunicati ed atti a dir poco comici, se non fossero, per i lavoratori, drammatici.

 

Da una parte il “gatto” Cisl Uil Salfi e Flp che firmano un accordo pessimo in DP I, che costringe i lavoratori a turni al front-office massacranti con orari di apertura al pubblico esagerati (parole del Direttore Regionale che partecipò alla trattativa e che verbalmente ci disse che sarebbe stato opportuno ridurre l’orario di apertura al pubblico) obbligandoli  a rinunciare alla flessibilità; che editano un comunicato dove prendono cautamente le distanze da detto accordo, e dall’altra la “volpe” Cgil che prima non firma l’accordo in DP I (era in periodo elezioni RSU) poi emette un comunicato dove chiede al “gatto” di ritirare la firma al perfido accordo, per poi inaspettatamente iniziare a partecipare e a firmare accordi in tutta la regione sull’orario di lavoro peggiorativi, come se fosse possibile,  di quello della DP I, riducendo anche la fascia per usufruire della pausa pranzo ai lavoratori a 45 minuti! Ma poi esce con una nota a verbale dove dice “l’hanno voluto i lavoratori”.Risulta per tutto ciò inaccettabile l’atteggiamento della Cgil, concretizzatosi in una proposta “a perdere” ben diversa da quella approvata dalla maggioranza dei lavoratori e travestita assurdamente come “più alto punto di mediazione”.

 

Del resto, dopo essersi piegata alle convocazioni pomeridiane che tanto mettono in difficoltà la RSU ormai provinciale, non meraviglia che assuma una posizione particolarmente “comoda” per la controparte; quest’ultima posizione ha visto, peraltro, la totalità delle sigle sindacali, eccetto la USB che ha onorato il comunicato unitario a sostegno della possibilità di rappresentanza delle RSU, partecipare ai tavoli di trattative tradendo così il patto con i lavoratori e le loro rappresentanze.

 

È pur sempre vero che in una regione come il Lazio, dove l’influenza dell’Agenzia è più forte, è stato quasi sempre impossibile per il “gatto e la “volpe” schierarsi in maniera compatta a fianco dei lavoratori, così come è successo altrove, ma noi siamo fiduciosi e, ribadendo in ogni caso la ferma volontà della USB di opporsi nel metodo e nel contenuto all’attacco ai diritti dei lavoratori attuato con il pretesto del potenziamento del servizio al pubblico, attendiamo che si manifesti il miracolo della trasformazione dei burattini in uomini.