Lazio - Entrate, la "fase 2" della riorganizzazione parte in sordina... ma non troppo
Lo scorso 27 gennaio siamo stati convocati in Direzione regionale Lazio per l’approvazione della graduatoria definitiva della mobilità regionale 2010.
La Dr Lazio si è resa conto che l’aver estremamente contingentato le uscite e le entrate dagli Uffici in fase di costituzione dell’accordo, ha portato a dover rinunciare a circa settanta trasferimenti verso le costituite Direzioni provinciali di Latina e Frosinone.
Direzioni provinciali che versano in notevoli difficoltà causa carenza di personale.
È stato dunque gioco forza accettare da parte dell’Amministrazione la proposta delle Organizzazioni Sindacali di aumentare del 30% i posti messi a disposizione in entrate ed in uscita.
Inoltre la Dr, su nostra richiesta, ci ha informati del progetto che si appresta a varare a brevissimo sulla tassazione ed invio in valutazione, degli atti in materia di registro.
Il progetto prevede che un gruppo di 40 funzionari, individuati dal Direttore regionale tra i vincitori dell’ultimo concorso, alle dirette dipendenze della Dr Lazio venga collocato in due piani dell’edificio di fianco alla Direzione provinciale II di Roma, e che svolga attività di tassazione di atti in registrazione.
Il tutto viene giustificato dal fatto che la tassazione negli uffici romani avviene in maniera difforme e a fronte di circa 300.000 atti registrati solo 5.000 vanno in valutazione.
C’è sicuramente qualcosa da dire su questo progetto.
In primo luogo crediamo che per rendere omogenea la tassazione degli atti basterebbe dare direttive univoche attraverso circolari, disposizioni, ordini di servizio ed altro, ed eventualmente interessare al fine della corretta applicazione delle norme il servizio Audit.
In secondo luogo riteniamo che l’esiguo numero di atti che vanno in valutazione sia dovuto al fatto che i criteri indicati dai Direttori degli uffici sono inadeguati. Evidentemente bisognerà agire su questi ultimi per definire criteri più consoni.
E che dire dell’assicurazione da parte della Direzione regionale, sul fatto che i vincitori dell’ultimo concorso sarebbero stati destinati a sostenere le già martoriate aree Front-office degli Uffici territoriali, per incrementare le loro attività ed invece vengono fagocitati alla Direzione regionale sottraendo oltretutto competenze e lavorazioni altamente specializzate agli Uffici territoriali?
Che fine faranno i nostri colleghi e soprattutto la loro professionalità maturata nel corso degli anni, visto che non potranno partecipare a questo progetto?
Non era questo quello a cui siamo stati indotti a pensare quando venivamo rassicurati in relazione al fatto che l’Agenzia teneva in alta considerazione l’attività degli Uffici territoriali e che avrebbe investito nuove risorse nel mondo dei servizi.
Certo, tra accorpamenti di uffici con il malcelato intento di risparmi di gestione (vedi ufficio territoriale di Roma 5), e depauperamento di professionalità e mansioni in tutti gli Uffici territoriali, saremo sicuramente pronti a breve per la soppressione di uffici ed esternalizzazioni di competenze alle regioni alle Province e ai Comuni.
La sensazione che si stia passando rapidamente alla Fase 2 della riorganizzazione è più di una sensazione, come conferma l'intenzione dell'Agenzia di chiudere, a settembre prossimo, uno degli Uffici territoriali di Bologna (via Nanni Costa).
Da lì la riorganizzazione partì e lì riprende le fila del suo discorso, teso a smantellare i servizi.
E certamente, alla luce delle norme che consentono agli enti di dichiarare l'esubero di personale qualora essi ricevano funzioni precedentemente statali e non vogliano accollarsi il peso delle risorse umane, c'è da guardare con poca tranquillità a questa manovra di aggiramento, che da una parte chiude gli uffici o li depreda di funzioni e dall'altra si appresta a cedere ampie funzioni agli enti territoriali in attuazione del federalismo fiscale.
Come anche in passato, USB denuncerà ogni tentativo di smantellamento e terrà alta l'attenzione su certe operazioni poco chiare.
Quello che faranno gli altri non lo sappiamo.
Certo è che la riorganizzazione è partita con l'avallo di troppi.
Forse non è più lecito sperare in un tardivo, quanto operoso... ravvedimento.