Lazio - Entrate, l'USB firma l'accordo per la mobilità volontaria speciale per i lavoratori del CAM
Con una laconica nota del 3 ottobre veniva comunicato dalla DR Lazio, il trasferimento del CAM presso l’UT di Roma 3. La spending review, che già sta comportando la chiusura di decine e decine di uffici, assume ora anche il volto del DL 66 del 2014, che comporta il ridimensionamento del 50% delle spese per locazioni passive delle pubbliche amministrazioni e la riduzione del 30% degli spazi lavorativi con inevitabili conseguenze anche dal punto di vista della sicurezza degli ambienti lavorativi.
Eppure, anche nell’incontro con la DR del 4 novembre, l’USB aveva rappresentato proposte volte a scongiurare il trasferimento dell’ufficio del CAM a Settebagni e concrete soluzioni alternative (riallocazione dell’ufficio nel comprensorio della Rustica, istituzione di Minicam). Ma, avendo trovato su questo punto un muro da parte dell’amministrazione, abbiamo concentrato i nostri sforzi sulla necessità di ottenere serie garanzie per la mobilità volontaria dei colleghi.
Al termine della discussione, accettando le proposte espresse dall’ USB, nell’accordo si è convenuto che:
- i colleghi che decideranno (volontariamente) di andare a Settebagni non saranno stabilizzati al CAM, ma saranno ancora in posizione di distacco in modo da poter in futuro chiederne la revoca;
- coloro che sono in distacco presso il CAM, cioè la maggioranza dei colleghi, potranno revocare il distacco e indicare due sedi di preferenza, anche uffici territoriali, indipendentemente dall’ufficio di provenienza;
- i lavoratori che non sono in distacco possono partecipare alla procedura di mobilità, con la possibilità di indicare l’ufficio di destinazione e non solo la sede provinciale;
- infine, per tutti coloro i quali non sia stata definita la posizione a seguito di ricorsi, è sospesa la mobilità e sono trattenuti, sino a definizione della controversia, nel comprensorio Collatino-La Rustica.
Rimane fermo, naturalmente, il nostro giudizio negativo sulla logica che ispira la chiusura degli uffici volta a ridimensionare l’attività di contrasto all’evasione, sottrarre servizi ai contribuenti e costringere i lavoratori alla mobilità.
Siamo ben consapevoli che la perdita di professionalità dei colleghi che chiederanno di uscire dal CAM sarà con difficoltà recuperata e con costi a carico della collettività, ma siamo altrettanto convinti che questo accordo consente, comunque, di riparare, per quel che riguarda il CAM, i danni che stanno producendo le politiche della spending review alle quali anche la nostra amministrazione si allinea fedelmente.
Un risultato da non trascurare, ma che naturalmente non ci fa perdere di vista il nostro obbiettivo principale: contrastare con tutte le forze e in tutte le sedi quelle politiche fatte di tagli che scaricano i loro effetti nefasti sui lavoratori e sulla cittadinanza.