Lazio - Entrate, piccoli dittatori crescono

Roma -

Intitolammo qualche tempo fa un nostro volantino “piccoli dittatori crescono”. Mai titolo fu più azzeccato.

Quel titolo stava a significare che la nostra amministrazione aveva imboccato una strada di ristrutturazione organizzativa volta a comprimere il più possibile i diritti e la partecipazione alla vita democratica dei lavoratori.

Oggi dobbiamo constatare un generale e progressivo peggioramento delle condizioni di lavoro, che nel caso del Lazio ha subito un’accelerazione improvvisa.

Le recenti modifiche all’assetto organizzativo della DRL stanno alterando sensibilmente il delicato equilibrio tra doveri e diritti dei lavoratori che faticosamente stavamo perseguendo attraverso momenti di confronto, tra il personale, tramite i suoi rappresentanti e l’amministrazione.

Infatti con l’arrivo e con i primi provvedimenti emanati dal nuovo Direttore Regionale si è instaurato un clima molto teso negli uffici della Regione.

Ci riferiamo ai provvedimenti disciplinari che si vanno moltiplicando d’ufficio in ufficio, anche per motivi banali, con personale che si trova in difetto per essersi comportato conformemente ad una prassi consolidata.

Ci riferiamo alle esagerate pressioni psicologiche a cui vengono sottoposti i lavoratori da parte dei direttori degli uffici e dei loro sottoposti, al fine di aumentare la produttività a discapito delle qualità.

Ci riferiamo alle continue voci di trasferimento del personale perché improvvisamente in esubero presso alcuni uffici.

Ci riferiamo ai provvedimenti di divieto dell’utilizzo di strutture di ristoro, all’interno dello stesso compendio, se non debitamente documentate.

Ci riferiamo al divieto di utilizzare apparecchiature per la conservazione e il riscaldamento del cibo, in uffici dove non esiste nessun modo di consumare il pasto, compresa la messa a disposizione di un locale idoneo da parte dell’amministrazione.

Ci riferiamo alla direttiva secondo cui le convocazioni sindacali debbono essere esperite alle ore 14,30 e dunque di fatto impedire alle rappresentanze  dei lavoratori  democraticamente elette, quali le RSU, a partecipare alle riunioni.

Persino il diritto d’assemblea subisce un attacco velato da speciose e infondate motivazioni.

Due parole, inoltre dobbiamo sicuramente spenderle per il problema dell’orario di lavoro: l’amministrazione ha confermato, come noi avevamo previsto non aderendo alla costituzione del  tavolo tecnico, di non aver alcuna intenzione di vincolare la sperimentazione di un nuovo orario di lavoro a nessun tavolo. Anzi l’intenzione è quella di estendere d’imperio quell’accordo alle altre Direzioni Provinciali senza nessuna trattativa sindacale; per questo sta convocando reiteratamente, in orari impossibili in tutta la regione, al fine di far trascorrere trenta giorni e poter così affermare che è nel diritto di procedere all’applicazione del nuovo orario di lavoro bypassando qualsiasi trattativa sindacale.

Vogliamo augurarci che anche i sindacati firmatari dell’accordo in Direzione Provinciale I di Roma si rendano conto che il vero intento dell’amministrazione è esportare quell’accordo in tutti gli uffici del Lazio.

Auspichiamo, pertanto, la costituzione di un fronte sindacale compatto che rispedisca al mittente il tentativo dell’amministrazione: rivendichiamo, quindi, che ogni passaggio sull’orario di lavoro avvenga attraverso il confronto sindacale, così come contrattualmente previsto.

Il personale del Lazio non merita queste “attenzioni” perché in tutti questi anni, dall’istituzione dell’Agenzia delle Entrate, si è sempre distinto per competenza e produttività raggiungendo e oltrepassando gli obiettivi dettati dall’amministrazione, nonostante questi ultimi siano stati  sempre più sfidanti.

Riteniamo che questa inutile e gratuita recrudescenza sia più volta alla soddisfazione di un’affermazione personale che non al bisogno di un’organizzazione  che, mai come in questo momento, è chiamata a svolgere il suo ruolo istituzionale con efficienza ed imparzialità per il bene di tutto il Paese.

Attendiamo di essere smentiti dalla Direzione Regionale del Lazio con atti e disposizioni tangibili, che vadano nella direzione di un coinvolgimento e di un rapporto proficuo tra amministrazione e lavoratori.

Qualora ciò non dovesse avvenire, USB sarà  sempre in prima fila nella battaglia in difesa dei diritti dei lavoratori per praticare insieme il sano diritto al conflitto.