Lazio - Entrate, quello che le donne dicono...
Noi lavoratori sappiamo benissimo cosa vuol dire riorganizzazione dell’Agenzia delle Entrate, viviamo quotidianamente sulle nostre spalle le difficoltà di svolgere il nostro lavoro con la professionalità e l’abnegazione che ci contraddistingue.
Ed è normale che un sindacato come RdB/USB, che vive e opera tra i lavoratori, denunci che a causa di una riorganizzazione quanto meno approssimativa il personale non viene messo in condizione di svolgere il proprio ruolo sociale.
Ma che anche l’Amministrazione dica che “ … lo scorso 8 marzo a Roma è stata avviata una nuova avventura lavorativa che, con tutte le imperfezioni e le criticità che stiamo vivendo …”, questo non ce lo aspettavamo
Ed è anche normale che un sindacato come RdB/USB denunci che i costi di questa riorganizzazione siano a carico completamente di chi lavora negli Uffici delle Entrate, con riduzione di spazi e diritti conquistati a fatica.
Ma che anche l’Amministrazione dica che “… vorrei avervi potuto raccogliere per un abbraccio in una Sala Riunioni […] di capienza adeguata […] ma anche in questo caso le già note difficoltà logistiche la fanno da padrone” non ce lo aspettavamo.
Ed è normale che RdB/USB proponga un passaggio di fascia per tutti, a riconoscimento della professionalità che negli anni si sono andati costruendo.
Ma che anche l’Amministrazione dica che “… colleghi oggi in servizio sono già passati attraverso riforme organizzative ed. in particolare, quella che diede vita agli Uffici Locali è stata eccezionalmente impegnativa […] Soprattutto sotto il profilo dell’adeguamento della professionalità individuale” questo non ce lo aspettavamo.
Ed è soprattutto normale che RdB/USB denunci che con questa riorganizzazione viene meno il compito istituzionale attribuito all’Agenzia delle Entrate, quello cioè di ridurre l’evasione e l’elusione fiscale anche attraverso il deterrente insito nel presidio del territorio, e che tutto viene caricato sulle spalle dei lavoratori.
Ma che anche l’Amministrazione dica che “… se questo modello organizzativo sia il migliore a raccogliere queste esigenze lo si vedrà in futuro, ma molto dipenderà da quanto e da come tutti voi vorrete contribuire” questo non ce lo aspettavamo.
Non ci aspettavamo neanche che condividesse i nostri timori sull’attuazione del federalismo fiscale, che da tempo denunciamo.
Peccato non sentirle dire ai tavoli negoziali, queste affermazioni.
Peccato doverle leggere in una lettera di commiato, dalla quale traiamo la conclusione che molti sanno che RdB ha ragione, ma non lo dicono.
Almeno fino a quando non vanno a cercar fortuna altrove: tanto, il cerino resta in mano ai lavoratori.