Lazio - La fiera delle menzogne

Roma -

Nella gara che si sta svolgendo per limitare sempre più i diritti e la dignità dei lavoratori dell’Agenzia delle Entrate, si è inserita, con un’entrata a gamba tesa che le ha consentito di salire in vetta alla classifica, la Direzione regionale del Lazio. Era già da molto tempo che tentava di scalare la classifica con le mancate convocazioni sulla commissione mensa e sull’istituzione delle Direzioni provinciali, la mancata consegna dei tabulati della ripartizione dei fondi di produttività, i mancati chiarimenti e la mancata convocazione sulla precettazione dei lavoratori per attività di sorveglianza in concorsi pubblici. Ora crediamo che abbia raggiunto l’apice.

 

In occasione dello sciopero di tre ore, da effettuare a fine di ogni turno, indetto il 3 luglio scorso da RdB-CUB Pubblico Impiego anche nel comparto delle Agenzie Fiscali, è stata articolata una regia degna del premio Oscar. Con una nota del 2 luglio la Direzione regionale ha provato a scoraggiare l’adesione allo sciopero, emanando istruzioni operative per la rilevazione con tesserino magnetico (badge) del momento di inizio sciopero nonostante ci fosse un’assemblea cittadina a piazza Sant'Andrea della Valle, presso la sede del Ministero per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione, a svariati chilometri di distanza dagli Uffici locali. Pertanto ai colleghi che dopo l’assemblea cittadina sono tornati in ufficio con i mezzi pubblici, in una città come Roma, e che quindi hanno registrato la loro uscita dall'ufficio (per entrate in sciopero) 2 ore e 59 minuti prima della fine turno non è stato consentito di scioperare! Poi, la stessa regia è intervenuta ad alterare i dati evidentemente alti dell'adesione allo sciopero comunicando numeri molto più bassi di quelli rilevati nella realtà: in alcuni uffici ci è stato detto che a fronte di un 10% di scioperanti è stato comunicato un 2%, giustificando l'operato con un “abbiamo fatto quello che la Direzione regionale del Lazio ci ha detto di fare”.

 

Siamo ormai abituati alla presenza di un Grande Fratello che altera l’informazione a suo piacimento e non ci stupisce che la dottrina della manipolazione abbia così tanti seguaci. Non credevamo però che arrivasse a un intervento così capillare, portato ufficio per ufficio e a poche ore dallo sciopero, al fine di turbarne il regolare svolgimento. E portando poi a una rilevazione distorta e bugiarda per dimostrare che nell’Agenzia delle Entrate non c’è il malcontento e tutto va bene, tranne per una sparuta minoranza, addirittura non rilevabile. Questo ci pare francamente troppo!

 

Certo bisogna dire che i novelli registi hanno ancora molto da imparare da Peter Weir autore di The Truman Show, un bel film nel quale si impara molto sulla manipolazione dei diritti; infatti sono stati abbastanza maldestri nel non considerare in sciopero perfino i dirigenti sindacali di RdB dicendogli “così non vi decurtiamo neanche lo stipendio”.

 

Prendiamo atto della circostanza che anche nei settori più delicati che mal si adattano a pratiche grossolane o poco trasparenti, l'Agenzia esercita disinvoltamente la prevaricazione. Se quel che interessa al Direttore regionale è alzare i toni del confronto, poteva dircelo anche prima dello sciopero, senza mandarcelo a dire con questo atto che prima di offendere l'intelligenza, ha offeso la pratica di un diritto che merita ben altre tutele.