Lazio - Perché chiedere alla Camera la chiusura degli uffici locali?

Roma -

Leggendo il testo dell’intervento del Segretario Confederale UIL, Domenico Proietti, reso alla Commissione Finanze della Camera in data 6 novembre 2008, non possiamo che evidenziare una forte preoccupazione riguardo a una ristrutturazione dell'Agenzia delle Entrate così come indicata nell’intervento stesso.

 

Ci riferiamo ad affermazioni quali: “[...] una scelta che ha portato ad una ubicazione “irrazionale” delle sedi. Basti pensare, ad esempio, all’istituzione di sedi pressoché contigue nei Castelli Romani e dintorni: Frascati, Albano, Velletri, Tivoli, Palestrina. Scelte complessivamente sbagliate rispetto alle quali oggi, tardivamente, si tenta di rimediare con una parziale marcia indietro [...]”.  Vorremmo capire qual è la posizione di un sindacato che definisce pressoché contigue le sedi di Tivoli e Velletri e considera uffici, in cui prestano servizio centinaia di lavoratori del Fisco, come prodotti di una irrazionale dislocazione alla quale si vorrebbe ora riparare - pur tardivamente - con la chiusura.

 

Ci sembra questo un intervento tendenzialmente favorevole - e quindi non contrario come poi si sente affermare su altri tavoli - con una riorganizzazione che in nome della razionalizzazione tenta di accentrare competenze che una volta sottratte agli uffici locali (vedi accertamento e verifiche) farebbero venir meno il compito istituzionale degli uffici stessi, quello cioè di presidiare il territorio contrastare l’evasione fiscale, e favorire con l’accertamento dei tributi una corretta imposizione fiscale.

 

Certo lanciare il sasso e nascondere la mano non è un’operazione degna di un segretario confederale, ma cosa significa:  “[...] Un ritorno al “confine provinciale” che sembra muoversi in controtendenza rispetto alle scelte istituzionali che prediligono il livello regionale […]” quando la tendenza precedente era quella di rispettare le autonomie locali con competenze ed indirizzi propri, mentre ora la nuova organizzazione prevede la costituzione di pochi uffici provinciali che prenderanno le competenze degli attuali uffici, relegando così più di 300 sedi locali a svolgere mansioni legate ai soli servizi.

 

Noi abbiamo chiesto al tavolo nazionale che vengano chiariti gli aspetti della riorganizzazione che riguardano i lavoratori (mobilità, professionalità, salario accessorio, chiusura degli uffici) perché le informazioni sin qui avute sono assolutamente reticenti su tutti questi punti. Altri invece presentano già la lista degli uffici che possono essere chiusi, dichiarandosi però assolutamente contrari alla riorganizzazione. In nome della chiarezza che è un dovere verso i lavoratori, chiediamo alla UIL PA dell'Agenzia delle Entrate che indichi più chiaramente qual è il suo pensiero su questa ulteriore riforma, con particolare riguardo alla situazione di uffici depauperati delle loro competenze che, secondo le dichiarazioni rese alla Camera dei Deputati, dovrebbero essere soppressi perché irrazionali.