Lazio - Territorio, assemblea dei lavoratori in direzione centrale

Roma -

Oggi in risposta alla bozza di decreto che prevede la chiusura dell’Agenzia del Territorio e l’accorpamento “provvisorio” del personale presso l’Agenzia delle Entrate, la soppressione delle agenzie fiscali nelle provincie con meno di 300.000 abitanti, la chiusura degli uffici con meno di trenta dipendenti ed i tagli lineari alle piante organiche c’è stata un assemblea molto animata presso la Direzione Centrale in via Largo Leopardi svolta insieme a FLP.

La tensione tra i lavoratori era giustamente alta e molte sono state le idee le proposte per fermare questa assurdo decreto. Occorre creare immediatamente forme di mobilitazione da realizzare in tutta Italia per dare un chiaro segnale alla politica. La prima occasione è venerdì mattina nelle manifestazioni di Roma, con partenza alle 9:30 da piazza della Repubblica e di Milano in Piazza Cairoli sempre alle 9:30 nell’ambito dello sciopero generale promosso da USB e tutto il sindacalismo di base. Ma ovviamente questo è solo il primo, ma significativo, passo da compiere.

Purtroppo non tutte le organizzazioni sindacali condividono la necessità di opporsi a questo decreto ma crediamo che questa reazione e mobilitazione possa e debba nascere dai lavoratori. Negli uffici, infatti, la voglia di mobilitarsi è tanta e anche dei delegati di quelle organizzazioni che oggi a livello nazionale scrivono che si tratta solo di passare “da un ufficio ad un altro”.

Così come accaduto per il decentramento in cui abbiamo occupato i consigli comunali e volantinato in tutti i convegni organizzati dall’ANCI senza darci per vinti anche ora la nostra battaglia sarà, chiara, limpida e coerente e chiunque voglia mobilitarsi ci troverà pronti a realizzare quell’unità nel fare che è l’unica che ci interessa.

Così come in Direzione Centrale e domani all’ufficio provinciale di Roma e poi a macchia d’olio in tutta Italia trasformiamo il nostro disagio in gesti concreti di manifestazione a partire da striscioni da appendere fuori dai nostri uffici, da articoli da mandare ai giornali, da manifestazioni che coinvolgano lavoratori del pubblico e del privato perché l’attacco al lavoro e la volontà di renderlo precario è generalizzato.

Ci vediamo in piazza venerdì mattina per il primo gesto concreto.