Lazio - Territorio, immobili fantasma rappresaglia reale

Roma -

Una premessa d’obbligo è necessaria, prima di sviluppare qualsiasi discussione sulle lavorazione straordinarie per l’assegnazione delle rendite presunte dei cosiddetti immobili fantasma. Questo è un lavoro strategico e nello stesso tempo straordinario, dove ai lavoratori si chiede una disponibilità non solo d’istituto ma anche personale (uso della propria automobile, della propria fotocamera e del proprio navigatore satellitare) e proprio per questo  andava adottato  un approccio differente  basato sulla  trasparenza, sulla sicurezza e su delle certezze riguardo eventuali incentivazioni economiche. Ma a quanto pare non è l’approccio adottato dall’Ufficio Provinciale di Roma che ha scelto di utilizzare toni intimidatori e di rappresaglia. E questo è inaccettabile!

 

Il lavoro deve essere svolto rispettando regole e norme e non usando minacce, intimidazioni e mandando i lavoratori allo sbaraglio.

 

Purtroppo l’attività  delle rendite presunte in questo Ufficio non ha avuto un buon inizio, per il modo approssimativo con cui è stato organizzato e per il tono autoritario che è stato usato nei confronti dei colleghi rispetto sopratutto alla produzione da effettuare e alle modalità di  svolgimento dei  sopralluoghi.

 

Tale attività deve essere inserita nel documento di valutazione dei rischi e i lavoratori devono avere ben chiare le azione da svolgere in caso di pericolo. All’attualità la situazione non si è ancora chiarita nonostante un accordo a livello  nazionale e diversi incontri locali.

 

L’amministrazione ha però pensato bene di usare i vecchi metodi facendo scendere in campo i fedelissimi caporali che in questi giorni stanno cercando di convincere quei colleghi che ritengono legittimamente di non voler usare il proprio mezzo. L’Amministrazione afferma uscire in sopralluogo con il proprio mezzo è un dovere e un obbligo da svolgere almeno una volta a settimana.

 

Tali minacce avvengono in modo più o meno velato usando anche altri mezzi, come lasciare intendere che un rifiuto potrebbe comportare una sorta di rappresaglia nei loro confronti con spostamenti da una lavorazione ad un’altra o cercando di creare forti sensi di colpa rispetto ai colleghi che hanno accettato questa attività.

 

Questa sorta di “terrorismo psicologico” non è assolutamente accettabile!

 

Ai lavoratori vengono assegnate nuove lavorazioni, senza alcun ordine di servizio e senza diminuire il lavoro già assegnato obbligando a lavorare male e in fretta al motto: “raggiungete gli obiettivi in qualsiasi modo” per poi magari tra qualche anno chiederne conto, con sanzioni disciplinari, così come accaduto nella lavorazioni delle planimetrie.

 

Vorremo poi porre qualche domanda: quale norma contrattuale ci obbliga ad utilizzare la nostra macchina per servizi d’ufficio? E l’auto acquistata in Direzione Regionale dov’è?

 

Chiediamo quindi all’Amministrazione di rispettare la volontà di chi non può mettere a disposizione il proprio mezzo, di aggiornare il documento valutazione rischi, di redigere ordini di servizio chiari per l’assegnazione di nuove lavorazioni. Se le regole non sono rispettate si aprirà, inevitabilmente, lo scontro che non gioverà al raggiungimento degli obiettivi. Siamo pronti a lottare per i nostri diritti.

 

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