Argomento:

Lazio - Uffici centrali, a proposito di chiarezza

Roma -

Leggiamo un comunicato del 22 marzo a firma Cgil/FP Direzione Generale e Ufficio Regionale del Lazio AAMS con il quale si intende fare chiarezza sulle assemblee del 21 marzo finite con la proposta di referendum consultivo tra i lavoratori per l’approvazione dell’accordo  sulla ripartizione del premio ex comma 165.

Per prima cosa vogliamo esprimere la nostra soddisfazione sul ripensamento che sembra avere avuto la CGIL su quello scellerato accordo.

Riteniamo però che sarebbe stato più utile e più coerente con i principi di “democrazia e partecipazione” che tale consultazione fosse stata promossa prima di sottoscrivere il CCNI del 2009 con il quale, prima ed unica amministrazione pubblica, è stata introdotta la scheda di valutazione del personale AAMS, rimettendo le lancette dell’orologio indietro agli anni ’80 quando furono necessarie battaglie sindacali per eliminare la “pagellina” con la quale veniva erogato il premio bimestrale!

La CGIL invece non solo ha firmato il CCNI del 2009 ma nei due anni successivi ha sottoscritto anche gli altri accordi per l’erogazione sia del premio incentivante che dell’ex comma 165, sempre senza promuovere alcuna consultazione tra i lavoratori.

Sorge spontanea qualche domanda:

Perché dopo il grande successo della raccolta di firme di luglio 2011 contro la scheda di valutazione promossa da USB Direzione Generale e poi estesasi anche in periferia, non è stato promosso un referendum, ma anzi qualche giorno dopo è stato firmato l’accordo, sempre con la scheda?

Ma soprattutto, perché dal 21 dicembre 2011, quando il tavolo di trattativa si ruppe proprio sulla scheda di valutazione, la CGIL non ha promosso subito il referendum consultivo e sollecitato la ripresa della trattativa?

Perché far passare invano tre mesi, con l’unico risultato di ritardare l’erogazione del fondo?

Detto tutto questo gridiamo convinti: “Viva il Referendum” purchè non sia un referendum “stile Fiat Pomigliano”, con i lavoratori costretti a scegliere tra il vedersi togliere sacrosanti  diritti o perdere il posto di lavoro.

La posta in gioco ovviamente non è la stessa, ma il clima di ricatto purtroppo si.

Tornando al comunicato, noi non siamo né tra quelli sempre pronti ad accondiscendere con la parte datoriale ma neppure tra quelli che tendono ad esprimere un’opposizione sempre e comunque e lo dicono i fatti.

Sicuramente però manifesteremo sempre e comunque la nostra opposizione ad accordi che offendono la dignità dei lavoratori, che ne riducono drasticamente i diritti ed il potere d’acquisto come finora hanno fatto CGIL, CISL e UIL.

Le sfide che ci attendono sono ardue, più che mai è necessaria coerenza, determinazione, partecipazione e democrazia.

USB non ha mai accettato ricatti, più o meno mascherati, certo non comincerà ora!