Le agenzie fiscali in sciopero il 28 novembre!
Mentre vengono destinate valanghe di miliardi per gli armamenti e risorse irrisorie per i rinnovi contrattuali pubblici del triennio 2025/2027, la legge di bilancio varata dal Governo Meloni interviene pesantemente anche sul nostro sistema fiscale, acuendo le diseguaglianze e rendendo il Fisco uno strumento sempre più sperequativo.
Facciamo solo un paio di esempi.
Proprio in questi giorni ai nostri dirigenti è stato rinnovato il CCNL in virtù del quale percepiranno per la I fascia 12.740 euro all’anno (980 al mese) e per la II fascia 7.085 euro all’anno (545 al mese).
Ma il Governo ha pensato bene nella manovra di bilancio di intervenire anche con una riduzione dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per lo scaglione di reddito dai 28.000 euro ai 50.000: il risultato è che verrà premiata in misura maggiore proprio la fascia di reddito che va dai 50mila ai 200mila euro…
Ecco qui un sintetico schema degli effetti di questa misura:
fino a 28.000 euro non si avrà alcun beneficio;
chi percepisce 30.000 euro annui avrà un beneficio di 40 euro l’anno;
chi percepisce 38.000 euro annui avrà un beneficio di 200 euro l’anno;
chi percepisce 45.000 euro annui avrà un beneficio di 340euro l’anno;
chi percepisce da 50 a 200mila euro annui avrà un beneficio di 440 euro l’anno!
L’altra misura sbandierata dal governo riguarda la tassazione della produttività per i dipendenti pubblici con aliquota del 15 percento, per redditi fino a 50.000 euro, limitatamente al 2026 e solo entro la soglia di 800 euro.
A parte le cifre assolutamente irrisorie, anche questa misura, comunque, avvantaggerà maggiormente lo scaglione fino ai 50.000 euro piuttosto che quello inferiore.
Insomma un Fisco alla rovescia, e questi due semplici esempi sono sufficienti per smentire la propaganda del governo sulla legge di bilancio “a favore del ceto medio”: la verità è che anche questi ennesimi interventi fiscali allontano il nostro sistema dal principio di progressività dell’imposta favorendo come al solito i redditi più alti!
Per queste ragioni lo sciopero generale del 28 novembre contro una legge di bilancio caratterizzata dall'investimento nelle spese militari, da rinnovi contrattuali miseri e dalla manomissione del nostro sistema fiscale parla tanto al nostro settore.
Tornare a un sistema fiscale davvero progressivo, abolire l’Iva sui beni di prima necessità e tassare gli extraprofitti delle banche (ben 112 miliardi nell’ultimo triennio) e i grandi patrimoni sono gli interventi che occorrono per ristabilire un carattere equo e redistributivo al nostro sistema fiscale: lo diremo con forza nelle piazze dello sciopero del 28 novembre! Lo ribadiremo il 29 novembre nella manifestazione nazionale a Roma.
USB PI Agenzie Fiscali