Le vostre CHIACCHIERE nuociono gravemente alla SALUTE DI TUTTI! CHIUDERE TUTTI GLI UFFICI PUBBLICI non considerati servizi essenziali!

Roma -

Mentre il governo blinda l’intero territorio nazionale, circa 20 milioni di lavoratori e lavoratrici pubblici e privati ogni giorno prendono i mezzi per recarsi a lavorare in luoghi ove non sono garantite le minime condizioni di sicurezza e che automaticamente diventano potenziali luoghi di diffusione e contagio del virus. 

In particolare, nelle Agenzie Fiscali anche i pochi interventi normativi che miravano a limitare e domiciliare le attività per evitare il rischio di diffusione del contagio si sono perse in un profluvio di direttive che solo in qualche sporadico caso si sono tramutate in interventi concreti di tutela della salute dei lavoratori.

All’Agenzia delle Entrate quello smart-working tanto sbandierato a parole per provare a decongestionare la presenza negli uffici è stato ingabbiato in una procedura farraginosa (alla faccia del lavoro agile!), che lo renderà attivo probabilmente dopo che sarà stato trovato il vaccino anti Coronavirus. All’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli in Lombardia, la regione più colpita, non ci risulta che a tutt’oggi ci sia un solo lavoratore in smart-working, mentre negli aeroporti è stato garantito il servizio viaggiatori senza avere in dotazione neppure una mascherina con filtro.

Nei territori la stragrande maggioranza dei Direttori non ha esitato a dare il peggio di quella pseudo cultura orientata alla produzione che mette in secondo (o terzo o quarto) piano la salute persino dinanzi una escalation epidemiologica dalle conseguenze imprevedibili.

Qualche esempio?

Mentre il contagio travolgeva la Lombardia, fino a qualche giorno fa alla DP di Milano 1 si dava indicazione di aprire nuove verifiche chiedendo ai lavoratori di autocertificare lo stato di salute: e per coloro che manifestavano giustamente la volontà di rifiutare l’incarico, arrivavano le minacce di procedimenti disciplinari.

Al Catasto di Trieste sono stati inviati (udite udite) funzionari dell’Audit, tra l’altro provenienti da zone a rischio contagio, per controllare la regolarità delle pratiche. Nel Veneto una POER del settore comunicazione intervista i lavoratori dei front office per conoscere il loro disagio partendo dagli sportelli più a rischio contagio e poi andando negli altri uffici della regione. Alle Dogane di Civitavecchia l’intervento più incisivo da parte del dirigente è stato quello di cambiare la serratura al bagno dei disabili per riservarlo alla sua personale prevenzione. 

Potremmo continuare a lungo ma fermiamo qui questo elenco surreale che fotografa appieno l’attenzione alla salute di chi dirige gli uffici mentre la tragedia si consuma.

Tutti comportamenti che come USB abbiamo denunciato prontamente e con forza.

Una catena di comando che ha fatto acqua da tutte le parti tra direttive vaghe e generiche che nemmeno venivano applicate nei territori, seminando tra i lavoratori panico e scaricando su scelte individuali la tutela della propria salute.

Un si salvi chi può inaccettabile per un datore di lavoro in generale, a maggior ragione se pubblico. Di fronte a questa evidenza, bisogna prendere atto che negli uffici nemmeno le minime condizioni di tutela sono garantite e occorre CHIUDERE TUTTI GLI UFFICI SALVAGUARDANDO SOLO I SERVIZI ESSENZIALI. SENZA SÉ E SENZA MA!

Per questo come USB PI abbiamo inviato una lettera al Governo e al Ministro della Funzione Pubblica. Il tempo è scaduto!

 

FIRMA SUBITO ANCHE TU LA PETIZIONE PER FAR CHIUDERE GLI UFFICI