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Lettera a Monti e ai direttori

Gentile Signor Ministro, Gentili Signori Direttori,

 

la scrivente organizzazione sindacale USB Pubblico Impiego registra con crescente frequenza le voci di una possibile radicale trasformazione dell’attuale assetto organizzativo del comparto Agenzie fiscali, in ottemperanza a quanto previsto dall’articolo 1 della Legge n. 148/2011.

 

La norma alla quale ci riferiamo, contiene una formula legislativa che genericamente prefigura una integrazione operativa del settore Agenzie fiscali e che proprio per la sua vaghezza letterale si presta alle più svariate interpretazioni. Alla luce delle numerose passate esperienze, vissute in tema di ristrutturazioni, riorganizzazioni e riassetti vari, proprio la genericità e vaghezza di queste formule suscita preoccupazione non lasciando tranquilli né noi né i Lavoratori. A riprova dell'esistenza di un progetto che riguardi il riassetto delle Agenzie, abbiamo letto con attenzione il resoconto della seduta della Commissione VI del Senato della Repubblica che, in data 14 febbraio, nel dare parere favorevole alla nascita dell'Agenzia fiscale dei Monopoli di Stato, ha sollecitato il Governo a riferire con urgenza su questo tema.

 

Non ci dispiace affatto che si torni a riflettere sul modello delle Agenzie fiscali perché essendo passati dodici anni dalla sua nascita, è possibile oltre che utile fare alcune riflessioni in proposito. Inoltre, riteniamo positivo ottenere finalmente la giusta attenzione da parte dell'autorità politica e degli organi istituzionali dopo un lungo periodo in cui si è parlato poco e male del nostro comparto e della Pubblica Amministrazione in generale.

 

Il tema dell’evasione fiscale è finalmente diventato centrale nel dibattito pubblico del nostro Paese e non vorremmo che si perdesse l’occasione per far seguire alle enunciazioni di principio circa la necessità di combattere la piaga dell’evasione fiscale, concrete misure atte a sostenere una efficiente ed efficace azione di contrasto del fenomeno. Per raggiungere questo obiettivo non servono, a nostro parere, né ulteriori stravolgimenti organizzativi né poteri datoriali speciali. Per combattere l’evasione e l’elusione fiscale bastano tre cose: norme chiare, sanzioni dure e investimenti massicci sulla macchina fiscale.

 

Ogni euro investito in questo settore, così vitale per il futuro del Paese e per la sua crescita, rappresenta un investimento eccezionale in termini di risorse recuperate e riteniamo che proprio  partendo da questa considerazione il Governo debba perseguire l'obiettivo di una più incisiva lotta ai fenomeni evasivi ed elusivi facendo chiarezza circa il futuro delle migliaia di lavoratrici e di lavoratori del Fisco. Sono proprio loro la più grande risorsa su cui il Paese può contare oggi per combattere l'evasione fiscale e sono proprio loro che oggi avvertono il pericolo che può derivare da processi di messa in mobilità, da norme che favoriscono il licenziamento, da misure di contenimento della spesa pubblica che precludono ogni speranza di crescita delle già basse retribuzioni.

 

I temi dello sblocco dei contratti pubblici, della certezza dei finanziamento dei fondi destinati alla contrattazione integrativa, della stabilizzazione di risorse per l'attuazione di percorsi di crescita professionale non possono restare sullo sfondo e non possono essere ignorati. E proprio perché crediamo nella necessità di potenziare la macchina fiscale riteniamo opportuna la richiesta di stanziamenti in deroga per effettuare nuove assunzioni in tutto il comparto delle Agenzie fiscali.  Riteniamo però che per dare al Paese un Fisco efficiente ed efficace vadano innanzitutto valorizzate le risorse professionali già presenti, attraverso lo sblocco dei contratti e lo stanziamento di risorse stabili per finanziare percorsi di crescita professionali divenuti ormai inderogabili.

 

È con questa convinzione che chiediamo l'apertura di un tavolo di confronto politico e negoziale.

 

Cordiali saluti.

 

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