Lombardia - Entrate, Front Office al collasso
Sportelli a rischio collasso, file interminabili che possono sfociare nella mancata erogazione del servizio, aumento esponenziale di tempi di attesa, erogazione ticket non di rado sospesa sin dalla mattinata, contribuenti che si contendono numeri e prenotazioni con discussioni che spesso e volentieri sfociano in aggressioni verbali e rabbia verso le lavoratrici e i lavoratori, turni di lavoro che superano le 4 ore consecutive, travaso e “vagabondaggio” tra gli sportelli di Milano e hinterland .
Un livello di tensione che aumenta a vista d’occhio e back office destinato a crescere.
I provvedimenti di futura attuazione in ordine alla diminuzione del numero degli appuntamenti, all’apertura del servizio a 24 ore in luogo delle 26 attualmente previste, al riassetto organizzativo dell’apertura degli sportelli, se da un lato rappresentano correttivi per la tenuta organizzativa e il contenimento del danno, dall’altro scaricano sull’utenza criticità che sono state previste ed eccepite in ogni sede e che oggi trovano conferma nei fatti e nei dati.
Una riorganizzazione che porta l’Agenzia dal mantra della compliance al taglio consapevole dei servizi all’utenza, talmente in vitro da portare a una sostanziale retromarcia delle sue premesse ( lo sportello che esce dalla porta rientra dalla finestra).
Il tutto a seguito di un evento, la nascita delle POER che ha comportato un vero e proprio interregno decisionale e la sostanziale paralisi per qualsivoglia discussione riguardante funzionari semplici che costituiscono la stragrande maggioranza del personale.
Una riorganizzazione portata avanti senza alcun correttivo formale (es. numero di comunicazioni di irregolarità emesse a livello centrale) o periferico (gli obiettivi di budget 2019 non solo non sono stati oggetto di informazione ma non tengono conto in alcun modo dell’assetto variato) andando a incidere ulteriormente su un contesto già a rischio tenuta e che nel medio- lungo periodo potrà vedere un’ulteriore concausa con le fuoriuscite dovute a quota cento.
Lavoratrici e lavoratori pubblici che dovrebbero essere riequilibratori delle diseguaglianze sono essi stessi soggetti a diseguaglianze, in termini economici e in termini di scelte organizzative.
Un sistema che si fonda su una competività e una richiesta di produttività esasperata a tutti vantaggio di una guerra tra ultimi, siano essi sedi fisiche di uffici, che articolazioni di un medesimo Ufficio, laddove, invece, condizioni materiali e qualità del lavoro camminano di pari passo e solo questo garantisce diritti e servizi pubblici adeguati.
A fronte di un continuo peggioramento delle condizioni materiali, di una continua capacità di adattamento dei funzionari al contingente, di una sproporzione cronica tra riconoscimento salariale e responsabilità, di un aumento dei rischi ha fatto da contraltare una saracinesca ai bisogni. Uno su tutti quello della sicurezza e del far sentire le lavoratrici e i lavoratori non esposti ai rischi di una materia delicata e oggetto di costante sovraesposizione.
Trovate la denuncia fatta da USB in fondo alla pagina