Lombardia Entrate, in DR TAVOLO PERMANENTE SULLA SICUREZZA

Milano -

Nel pomeriggio di ieri si è riunito il Tavolo permanente sulla sicurezza presso la Direzione Regionale della Lombardia.

Questi i temi trattati durante l’incontro:

PROTOCOLLO GESTIONE CASI POSITIVI COVID-19

Il 24 marzo USB aveva chiesto per iscritto alla DR di rivedere il protocollo, in un’ottica di maggiore trasparenza.

Avevamo chiesto, inoltre, di disciplinare nel dettaglio le procedure da seguire per il tracciamento dei contatti stretti con casi accertati COVID-19 che si verificano all'interno delle strutture. 

Secondo noi è fondamentale che i colleghi e le colleghe vengano informati dell’avvenuto coinvolgimento del medico competente e dell’avvenuto tracciamento dei contatti stretti.

Avevamo chiesto quindi, di prevedere l’onere per la DP di comunicare al personale di aver individuato ed informato eventuali contatti stretti e di aver fornito loro le indicazioni del medico competente.

La DR ci ha comunicato di aver rivisto il protocollo al fine di garantire la maggiore trasparenza possibile. Attendiamo il documento aggiornato per una valutazione complessiva dello stesso.

Per USB la priorità deve essere quella di rassicurare le Lavoratrici ed i Lavoratori sul fatto che da parte del Datore di Lavoro sono state poste in essere tutte le misure necessarie a garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.

VIGILANZA e SISTEMA INTEGRATO DI SICUREZZA

Il 24 marzo avevamo chiesto alla DR di ripristinare il servizio di vigilanza presso tutti gli Uffici della Lombardia, segnalando altresì la necessità di dotare gli uffici di sistemi integrati di sicurezza (termo scanner con funzione apri porta associati ad un sistema di videocitofoni).

La crisi sociale ed economica che stiamo vivendo, considerata l’imminente ripresa dell’attività di notifica degli avvisi e delle comunicazioni di irregolarità, impone di ripristinare con urgenza tali presidi.

La risposta della DR è stata del tutto insoddisfacente.

La DR ha infatti affermato che, l’assenza della vigilanza è dovuta principalmente alle difficoltà di pianificazione ed alle tempistiche legate allo svolgimento della procedura di affidamento del servizio su base regionale (che è stato fino ad oggi assicurato da associazioni di volontariato).

Ha affermato poi, che il sistema di prenotazione su appuntamento rende comunque superflua la previsione del servizio di vigilanza.

USB ha contestato questa ricostruzione dei fatti.

Come al solito i Lavoratori e le Lavoratrici pagano l’inefficienza e l’incapacità di pianificazione dell’Amministrazione.

Amministrazione che la scorsa estate, quando il paese viveva nel miraggio della cd.”fase 2”, era perfettamente al corrente delle criticità in termini di rischio aggressione che si sarebbero verificate alla ripresa delle attività di notifica degli atti impositivi.

Ci sarebbe stato tutto il tempo per avviare una procedura per l’affidamento del servizio di vigilanza a tutela della sicurezza delle Lavoratrici e dei Lavoratori. Il riferimento al sistema di prenotazione ci sembra poi contraddittorio.

L’erogazione del servizio su appuntamento dovrebbe essere funzionale ad evitare gli assembramenti, ma non incide minimamente sul tema rischio aggressione.

Abbiamo ribadito quindi la richiesta di ripristinare con urgenza il servizio di vigilanza. Nelle more abbiamo chiesto di dotare tutti gli Uffici che ne sono sprovvisti di un sistema integrato di sicurezza (apri porta collegati a videocitofoni).

SCREENING PREVENTIVI E PERIODICI - SANIFICAZIONI PREVENTIVE E PERIODICHE

Sempre il 24 marzo avevamo chiesto alla DR di predisporre un piano di screening preventivi e periodici, su base volontaria e gratuita, per tutto il personale che accede agli Uffici. A tutela delle Lavoratrici e dei Lavoratori, ma anche di tutti i soggetti che a vario titolo frequentano le strutture dell'Agenzia (fornitori e utenti).

Anche su questo tema e sul tema delle sanificazioni straordinarie preventive e periodiche degli Uffici, tema sollevato da USB durante l’incontro (da distinguere dalle sanificazioni straordinarie effettuate in caso di presenza di un caso di positività), la DR ci ha dato una risposta insoddisfacente.

La DR, dopo aver effettuato un bilanciamento tra l’esigenza di portare avanti politiche di prevenzione attiva e l’esigenza di impiego corretto delle risorse pubbliche, ritiene di non dover procedere con l’attuazione di tali misure.

La Direzione si è soltanto riservata di procedere alla sanificazione straordinaria preventiva delle aree che fino ad oggi non sono state interessate da sanificazioni straordinarie effettuate per la presenza di casi positivi.

Abbiamo ribadito la nostra contrarietà a tali scelte in materia di politica di prevenzione attiva.

Molte aziende pubbliche e private e molte Pubbliche Amministrazioni stanno invece seguendo una strada diversa.

Per questi enti la salute del personale è davvero una priorità.

RISPETTO DEI PROTOCOLLI ANTI COVID

Durante l’incontro USB ha acceso i riflettori sul tema del mancato rispetto dei protocolli anti COVID all’interno di molti Uffici.

Riceviamo infatti molte segnalazioni da parte di Lavoratrici e Lavoratrici su questo tema.

Ci viene segnalato infatti, che in tanti uffici si verificano episodi di compresenza di più Lavoratori nella stessa stanza anche per l’intera giornata (pur in presenza di accordi locali che vietano espressamente tale soluzione) o di colleghi che non utilizzano i dispositivi di protezione personale o li utilizzano non correttamente, nonché episodi di consumo in comune di cibi e bevande.

Abbiamo chiesto quindi alla DR di sensibilizzare le strutture territoriali (datori di lavoro) su questi temi e di chiedere alle stesse di vigilare attentamente e di imporre il rispetto dei protocolli.

Grava infatti sul datore di lavoro l’onere di garantire la sicurezza di tutto il personale.

Se il datore di lavoro ravvisa da parte di qualcuno comportamenti che mettono a repentaglio la sicurezza e la salute della restante parte del personale è doveroso da parte sua un intervento immediato.

La scarsa attenzione al rispetto dei protocolli che si è registrata in questi mesi impone poi di valutare l’opportunità di test diagnostici diffusi per il personale in caso di accertato caso di positività.

Se è vero che il pedissequo rispetto dei protocolli renderebbe forse superfluo il ricorso ai test è però vero che è sotto gli occhi di tutti che vi è una diffusa disattenzione su questi temi da parte di molti colleghi e da parte delle Direzioni Provinciali.

Considerato che il sistema di tracciamento si basa quasi esclusivamente sulle dichiarazioni del soggetto positivo, riteniamo che la sottoposizione a test del personale nell’ipotesi di un caso di accertata positività sia una misura di tutela indispensabile.

ATTIVITA’INDIFFERIBILI DA RENDERE IN PRESENZA

Abbiamo sollevato insieme ad un’altra O.S. il tema del mancato coordinamento da parte della DR sulla questione delle attività che devono essere rese dalle DP in caso di restrizioni (nell’ambito del sistema a zone).

Si è registrato infatti che i provvedimenti restrittivi che sono stati adottati dalle autorità con l’acuirsi della crisi pandemica nel mese di marzo (zone arancioni rafforzate-zona rossa) non sono state accompagnate da direttive chiare da parte della DR alle DP sulle attività da rendere in presenza; con la conseguenza che le Direzioni Provinciali sono andate in ordine sparso, sia in termini di modalità di erogazione dei servizi che in termini di tipologie di attività erogate.

USB ha chiesto quindi alla DR di elaborare direttive chiare ed esaustive che possano essere applicate in maniera uniforme ed automatica dalle DP in caso di nuove restrizioni.

Abbiamo chiesto poi di invitare le Direzioni Provinciali a limitare il più possibile l’accesso del personale agli Uffici in caso di zona rossa.

Non è ammissibile che in piena zona rossa venga consentito l’accesso agli Uffici al personale che non svolge attività indifferibili da rendere necessariamente in presenza.

Per USB la priorità in questo momento è quella di garantire la salute della collettività tutta (Lavoratori e cittadinanza).

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE (MASCHERINE FFP2)

Viste le recenti inchieste cha hanno riguardato alcune tipologie di mascherine Ffp2 in commercio (codici 2163-1282-2037-0865), USB ha chiesto alla DR di avviare un’attenta verifica sulle dotazioni di questi dispositivi attualmente nella disponibilità delle strutture territoriali regionali.

Abbiamo chiesto inoltre, di prestare la massima attenzione in vista dei prossimi ingenti acquisti che la Direzione Regionale ci ha comunicato di voler effettuare.

Seppur non previsto negli accordi locali e nei DVR, abbiamo chiesto infine di mettere a disposizione del personale che svolge attività di front office le mascherine FFP2, lasciando alle Lavoratrici ed ai Lavoratori la libertà di ricorrere a questa tipologia di dispositivo di protezione. La DR si è riservata di sottoporre la richiesta all’attenzione del medico competente.

 

In chiusura dell’incontro USB ha chiesto che alle riunioni del Tavolo permanente sulla sicurezza partecipi anche il medico competente, che in questa occasione non è purtroppo stato convocato.

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Grazie

USB P.I. AGENZIE FISCALI LOMBARDIA

 

 

 

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