Lombardia - Entrate, INFORMATIVA Green Pass
In questi giorni la Direzione Regionale della Lombardia, l’UPT di Milano e le Direzioni Provinciali hanno convocato le Organizzazioni Sindacali al fine di rendere l’informativa sulle modalità di verifica della certificazione verde COVID-19 (cd.“Green Pass”).
Anche sui tavoli Lombardi USB ha ribadito la posizione assunta dall’Organizzazione a livello nazionale. Il green pass non è una misura sanitaria, ma una misura squisitamente politica, con cui il governo, in maniera assolutamente spregiudicata, vuole evitare di affrontare il tema dell’obbligo vaccinale.
Proprio perché non si tratta di una misura sanitaria, il green pass non può essere in alcun modo il pretesto per ridurre i livelli di sicurezza attualmente presenti all’interno dei nostri uffici.
Nell’ottica del mantenimento di elevati standard di sicurezza siamo quindi tornati a chiedere che venga data la possibilità alle Lavoratrici ed ai Lavoratori che lo richiedano di essere sottoposti a tamponi gratuiti, visto e considerato che, ai sensi dell’art.15, comma 2, del D.lgs n.81/2008, le misure relative alla sicurezza non devono comportare alcun onere finanziario a carico dei Lavoratori.
Entrando nel merito delle modalità di verifica della certificazione che ci sono state illustrate sui tavoli, ci siamo innanzitutto detti contrari al fatto che in molti uffici è stato deciso di sottoporre a controllo soltanto un campione di dipendenti. Riteniamo infatti che, per ragioni di equità e trasparenza, il controllo debba essere effettuato su tutti i dipendenti che accedono agli uffici. Non ci hanno quindi convinto le rassicurazioni sul fatto che l’estrazione del campione da sottoporre a controllo avverrà con metodi automatizzati e che non ci saranno episodi di “controlli mirati”. Ci sono addirittura DP dove l'intenzione sarebbe quella di effettuare controlli a campione solo in alcuni uffici, mentre negli altri uffici i controlli verrebbero effettuati su tutti i dipendenti, andando a creare macroscopiche ed inaccettabili differenze di trattamento tra colleghi della stessa DP.
Abbiamo inoltre contestato la scelta di effettuare i controlli dopo l’ingresso del personale. Tale decisione rischia infatti di avere pesanti conseguenze dal punto di vista disciplinare e sanzionatorio.
Ci siamo detti contrari anche alla scelta di delegare i controlli a soggetti che non ricoprono incarichi di vertice. Riteniamo infatti che su un argomento così invasivo e delicato i vertici dell’Agenzia debbano assumersi appieno le loro responsabilità, senza scaricarle a valle della catena di comando o addirittura su soggetti che non ricoprono neanche incarichi di responsabilità.
Su tutti questi temi la Lombardia sconta purtroppo il mancato investimento sui servizi di vigilanza all’ingresso delle strutture.
Nelle regioni dove tali servizi sono presenti è infatti agevole effettuare i controlli su tutto il personale prima dell’accesso, così come richiesto da USB. In Lombardia invece, dove la politica che ha caratterizzato la Direzione Regionale durante la pandemia è stata quella di risparmiare a discapito della sicurezza, ancora una volta le inefficienze e le scelte miopi dell’Amministrazione ricadono sulle Lavoratrici e sui Lavoratori.
Aiutaci a diffondere questo comunicato condividendo con colleghe e colleghi.
Grazie
USB PI Agenzie Fiscali Lombardia