Lombardia - Entrate, le esigenze dei lavoratori non valgono meno di quelle delle POER

Milano -

Dobbiamo tenere aperti gli uffici e gli sportelli quando i riscaldamenti e gli impianti di climatizzazione non funzionano per giorni,

quando bisogna fare i traslochi dall’oggi al domani,

quando nei palazzi accanto e fuori ci sono i lavori per lo smaltimento dell’eternit,

quando gli imbianchini tinteggiano le pareti,

quando si organizza un’Assemblea sindacale o uno sciopero,

quando ci sono file interminabili e i biglietti staccati non bastano più,

quando sulle scrivanie si scoppia di pratiche e allo stesso tempo si deve coprire un buco orario.

Dobbiamo chiedere permesso per alzarci dalla sedia altrimenti il contribuente in fila si sente abbandonato, litighiamo tra comuni mortali per un’agognata vigilia di Ferragosto o Natale, rimaniamo al nostro posto dopo aver ricevuto offese e ingiurie allo sportello e ci salgono le lacrime agli occhi per la dignità e la professionalità ferita.

Il dogma dell’apertura al pubblico e l’immagine dell’efficienza prevalgono sul diritto alla salute, alla prevenzione, alla partecipazione democratica, alle ferie, alle esigenze fisiologiche, arrivando in alcuni Uffici a mettere in discussione lo stesso diritto alla pausa previsto per legge e dare seguito alle teorie dei fannulloni aprendo scenari più simili a una catena di montaggio che a un Ufficio pubblico.

Poi arrivano le prove per le POER e magicamente tutto cambia: l’Amministrazione autorizza la chiusura pomeridiana straordinaria per il giorno 31 gennaio et voilà, il tabù degli sportelli aperti a tutti i costi può essere infranto!