Lombardia - Entrate, ORDINE DEL GIORNO ASSEMBLEA DEI LAVORATORI DELLA DP I MILANO
PUBBLICHIAMO L'ORDINE DEL GIORNO SOTTOSCRITTO DAI LAVORATORI DELLA DP I DI MILANO in assemblea il 27 novembre 2019
Le lavoratrici e i lavoratori della Direzione Provinciale I di Milano, riuniti in assemblea nel giorno 27 novembre 2019 denunciano con forza le crescenti difficoltà con le quali stanno operando ormai da tempo e il preoccupante e perdurante stato di stress e demotivazione con il quale convivono giorno dopo giorno.
L’attività svolta dai dipendenti dell’Agenzia delle Entrate consiste prima di tutto in un lavoro di garanzia e di tutela del bene comune affinché effettivamente ogni cittadino concorra “alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva” come prevede l’art. 53 della Costituzione e affinché le risorse reperite garantiscano Stato sociale ( servizi, scuola, ospedali, viabilità, centri antiviolenza) . Questo lavoro deve poter essere svolto sulla base della “legalità, del buon andamento e dell’imparzialità dell’amministrazione”, come prevede l’art. 97 della stessa Costituzione e soprattutto non in contrasto con l’art. 2087 c.c. e all’obbligo in capo al datore di lavoro di tutela dell’integrità fisica e della personalità morale dei prestatori di lavoro.
Al contrario, in quest’ultimo anno è tangibile il peggioramento del clima all'interno di tutta la Dp1, nessuna articolazione esclusa.
Eppure come lavoratrici e come lavoratori abbiamo mostrato in questi anni un enorme senso di responsabilità: abbiamo colmato col nostro spirito di adattamento lacune organizzative; abbiamo dovuto dare attuazione a norme bizantine, che rappresentano di fatto un “vulnus” alla certezza del diritto, non sapendo se il giorno dopo dovevamo applicare la norma del giorno prima; abbiamo fatto fronte a gravosi carichi di lavoro che ci rendono assimilabili più a una catena di montaggio che a un Ufficio pubblico.
Le funzionarie e i funzionari della Dp1 di Milano hanno sempre dato il massimo, senza mai mollare anche con rinnovi contrattuali congelati, salari di produttività ridotti ogni anno di più, palesi prese in giro del gruppo dirigente nazionale (vedasi VD), uffici senza dirigenti, team svuotati, posizioni di capi team vacanti, assicurando comunque il raggiungimento di obiettivi sempre più sfidanti.
La mancanza di nuove assunzioni, lo svuotamento degli uffici per la forte ondata di pensionamenti, interpelli e mobilità hanno determinato la circostanza per la quale tutte le strutture sono fortemente sotto organico, i lavoratori costretti ad assumersi il peso di obiettivi divenuti sovrastimati rispetto alle lavorazioni sostenibili, tutto non controbilanciato da un ridimensionamento degli obiettivi.
Come lavoratori abbiamo vissuto senza clamori riorganizzazioni calate dall’alto, adattandoci ad ogni contingenza e ad ogni vuoto organizzativo, facendo appello al massimo delle capacità auto-organizzative. Come lavoratori abbiamo dimostrato un senso di appartenenza all’Amministrazione certamente non ricambiato.
Non è accettabile avere enormi responsabilità erariali e di coscienza senza il giusto ed equo riconoscimento umano, professionale e salariale.
Oggi ci sentiamo soli e siamo stanchi di essere considerati solo quando si tratta di raggiungere obiettivi. Evidentemente questo profilo di altissima responsabilità nello svolgimento del proprio lavoro a poco è giovato se il risultato a cui si assiste è lavorare sempre di più, guadagnare sempre di meno e per di più di essere trattati come furbacchioni che abusano degli istituti previsti dalla contrattazione collettiva e dalle leggi dello Stato, scolaretti da redarguire a cui fare le pulci quando si tratta di rivendicare diritti sacrosanti.
Le lavoratrici e i lavoratori della Direzione Provinciale I di Milano, che fanno propria in ogni sua parte la denuncia della RSU DP I dello scorso 21 novembre, ritengono ormai colma la misura
MANIFESTANO
La sussistenza di un clima lavorativo ed umano profondamente cambiato, in peggio, all'interno della Dp1 di Milano. Un malessere molto forte serpeggia in tutti gli uffici, un senso di demotivazione che nessuna legge statistica potrà mai correttamente rilevare ma che come rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori sentiamo di dover denunciare;
gli eccessivi carichi di lavoro, non calcolati sulla base del personale effettivamente in carico, che non consentono di svolgere le lavorazioni assegnate con serenità e rischiano di minare l’efficienza e l’elevata professionalità che ha sempre caratterizzato l’operato dei funzionari, innestati in un contesto di continue esigenze lavorative impreviste, che rendono permanenti situazioni che invece dovrebbero avere carattere dell’eccezionalità, con un conseguente aumento della pressione avvertita e dello stress;
I tagli inaccettabili e il ritardo cronico nell’erogazione del salario accessorio, ivi comprese le indennità di sportello, garantito in un clima sempre più difficile e di rabbia sociale;
La farraginosità degli applicativi e la loro forte ingerenza sia nello svolgimento del lavoro che nel rispetto degli istituti contrattuali previsti dal CCNL;
L’appesantimento, la duplicazione, l’antieconomicità degli adempimenti legati alla fruizione degli istituti contrattuali e della consuntivazione del lavoro svolto, che ha sviluppato una percezione di presunta mala fede circa la condotta del lavoratore.
L’aumento esponenziale dei turni allo sportello e la continua frammentazione oraria dei turni spot che vengono richiesti per ridurre i tempi di attesa ( tempo di attesa che viene fissato in budget, ad una media ridotta rispetto all'obiettivo in convenzione senza tenere conto del reale contesto di riferimento) che appesantisce e non di poco la concentrazione del lavoro in back office;
la situazione dell’Ufficio Atti giudiziari, di cui si chiede il definitivo accorpamento, stante l’isolamento nel quale operano diverse colleghe e colleghi nell’area ancora non trasferita e l’adattamento ai turni di sportello senza adeguato iter di inserimento e formazione;
La situazione dell’UTAPSRI, nato sottodimensionato ed il cui personale lavora costantemente sotto pressione, in particolare ai rimborsi Iva. Nonostante sia nota la situazione di carenza di personale e di eccessivo carico di lavoro da gestire, i funzionari addetti ai rimborsi Iva hanno di recente dovuto affrontare anche colloqui individuali da parte delle figure di responsabilità dell’ufficio in relazione alle lavorazioni svolte. Per l’UTAPSRI, come per altre strutture, inoltre, non è stato ancora approvato il piano ferie natalizio;
In relazione all’attivazione dei controlli fiscali ai medici privati che hanno come fonte di innesco la documentazione ex art. 35 CCNL ( visite specialistiche), la forte preoccupazione in ordine al rispetto del diritto alla riservatezza, alla lesione della relazione di fiducia col proprio medico e al rischio di un controllo indiretto sul lavoratore
RIVENDICANO
la rimodulazione degli obiettivi, vista la pressione ormai insostenibile in tutte le articolazioni;
percorsi formativi costanti che ci mettano in condizione di svolgere al meglio la propria attività;
di poter lavorare in condizioni di effettivo benessere personale e dignità del lavoro;
il ritiro di tutti gli atti emessi dalla DP I a firma dell’attuale Direttore Provinciale in materia di permessi, adempimenti, orario di lavoro dal suo insediamento ad oggi, al
fine di ristabilire un clima di reciproca fiducia e alleggerire dagli appesantimenti burocratici;
un impegno reale a tutela della sicurezza nel proprio lavoro, in riferimento sia alle condizioni ambientali e di salubrità, uno su tutti i servizi igienici in alcune articolazioni, dei posti di lavoro molto spesso sottovalutate o messe in secondo piano, sia in riferimento al livello di stress- lavoro correlato e al rischio burn out, dovuto oltre che agli sproporzionati carichi di lavoro a una proliferazione delle attività senza chiarezza sulle effettive priorità;
IMPEGNANO
Le organizzazioni sindacali oggi presenti e che hanno dato seguito alla denuncia della RSU dello scorso 21 novembre a operare, in ogni sede, per una effettiva tutela dei dipendenti dell’Agenzia, a partire dalla salvaguardia del benessere organizzativo, della dignità professionale, del pieno godimento degli istituti contrattuali e normativi (ferie, permessi etc etc) e del riconoscimento effettivo e non solo proclamato del lavoro svolto;
Le organizzazioni sindacali oggi presenti a mettere in campo tutte le azioni utili a ottenere i risultati in relazione alle richieste sopra indicate, ivi compresa la via giudiziaria, valorizzando percorsi il più possibile incisivi, a partire dalla dichiarazione dello stato di agitazione per arrivare se necessario alla proclamazione dello sciopero.
ODG Approvato all’unanimità delle lavoratrici e dei lavoratori presso Assemblea via della Moscova
ODG Approvato all’unanimità con un solo voto contrario delle lavoratrici e dei lavoratori presso Assemblea via dei Missaglia