Lombardia - Entrate, selezione, preparazione ed etica dei dirigenti dell’Agenzia dell’Entrate
Dalla vostra iniziativa “Questi siamo noi - Cantiere di comportamenti organizzativi. Integrità e coerenza” alla richiesta di una vostra autocritica su: selezione, preparazione ed etica dei dirigenti dell’Agenzia dell’Entrate nelle sue molteplici declinazioni.
Giù le mani dalle ferie.
Come ogni anno la dirigenza si scopre in deficit di numeri e di obiettivi e il solito capro espiatorio sono le vacanze dei funzionari a Natale.
Si sa che “il capo è il capo” e che la causa dei fallimenti ricade sempre sui funzionari che all’asciutto della pioggia di soldi, costretti a responsabilità economiche e sepolti sotto da carichi di lavoro, vivono l’ufficio in condizioni di logoramento.
Nell’onere delle attribuzioni e dei mancati traguardi, si esclude per consuetudine l’incapacità dei manager che nonostante il loro aumento in numeri e retribuzioni lasciano peggiorato il benessere relazionale e lavorativo.
La difficoltà nella selezione dei gruppi dirigenti non riguarda solo l’Italia, infatti secondo uno studio condotto nel 2017 da Nathan Brooks della Bond University, i “superiori” in azienda si dimostrano poco inclini all'empatia, egocentrici e con la tendenza a mentire.
Tutte caratteristiche tipiche di un disagio psicologico che non aiuta le relazioni sociali. I ripetuti errori della dirigenza non sono causati da ingenuità o superficialità, ma l’esito di una metodologia difettosa che si continua a perpetrare. Resta chiaro che: minacciare di non firmare le ferie è inaccettabile, queste sono e rimarranno un diritto irrinunciabile tutelato dalla Costituzione; tanto che né il datore di lavoro né il dipendente possono alienarne il godimento. In particolare, l'articolo 36 della Costituzione al secondo comma enuncia; “Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi.” Inoltre: “Il prestatore di lavoro oltre al riposo settimanale secondo gli usi, ha diritto dopo un anno di ininterrotto servizio ad un periodo di ferie retribuito (art. 2243 c.c.). Infine: “il prestatore di lavoro ha diritto ad un giorno di riposo ogni settimana, di regola in coincidenza con la domenica“ (art. 2019 c.c.).
Gli stipendi pubblici e “la media del pollo di Trilussa”.
Trilussa definiva la statistica il calcolo per cui se qualcuno mangia un pollo e qualcun altro no, in media hanno mangiato mezzo pollo ciascuno. Nel 2016, la paga media annua lorda di un dipendente del settore privato era di 33.192 euro (+9,1% sul 2010), quella di un dipendente del pubblico impiego 33.798 (-2,5% sul 2010). Nel privato, le "buste paga" più pesanti le ricevono i dipendenti dell'industria (35.200 lordi annui); poi coloro che operano nei servizi (32.849) e nelle costruzioni (27.836). Nel pubblico le paghe più alte le ricevono i dipendenti negli enti previdenziali (45.540). Poi i dipendenti degli enti locali (35.235 lordi con un picco di 39.070 per i lavoratori della sanità) e gli statali (32.515).
La CGIA di Mestre sottolinea che il dato dei lavoratori pubblici è spostato in alto, nella sua media, per "gli stipendi dei dirigenti con mansioni apicali che, per alcuni livelli di inquadramento, sono i più elevati d'Europa". Insomma dirigenti e funzionari hanno stipendi uguali solo nella statistica dei polli.
La diminuzione di organico nel Pubblico Impiego
Al forum della P.A., nel rapporto sul “Pubblico Impiego” del 2019 sono emersi dati che evidenziano come dal 2010, con il blocco del “turn-over” e la riduzione degli incentivi economici alle progressioni di carriera, si è registrata una diminuzione del numero di personale impiegato nella P.A. pari a 190.000 unità.
Questo dato, associato alle previsioni dei prossimi pensionamenti aggiungerebbero un deficit di 500.000 lavoratori nei prossimi 3-4 anni, portando ad un fabbisogno di personale necessario per il funzionamento dello Stato a circa 250.000 assunzioni. L’analisi evidenzia che nonostante la riduzione della spesa pubblica per circa 6 miliardi dal 2010 al 2017, una crescente diminuzione nella qualità delle prestazioni a causa del disinvestimento nel personale, nella formazione, in innovazione e adeguamento in ogni settore della P.A.
La demotivazione dei dipendenti pubblici, è una situazione ormai diffusa in tutti gli uffici delle Agenzie Fiscali della Regione Lombardia, rimane inosservato l’art. 2087 del codice civile: “L’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”.
USB PI Bergamo Agenzie Fiscali