Lombardia - Entrate, spiragli di luce a Bergamo

Bergamo -

Venerdì 15 Luglio si è svolto un incontro tra RSU, OO.SS. territoriali e Direzione Provinciale di Bergamo, nel corso del quale si è discusso di posti auto, carichi di lavoro e monitoraggi.

POSTI AUTO

La DP ci ha comunicato che è stata completata l’installazione dei dispositivi che permetteranno il tracciamento degli ingressi nei cortili interni dello stabile di L.Belotti. E’ invece ancora in fase di verifica il numero complessivo dei posti auto a disposizione nei cortili interni (che si aggira comunque intorno ai 40-50). All’esito di tale verifica (che dovrebbe avvenire dopo la pausa estiva) la DP intende avviare la nuova regolamentazione. USB ha ribadito le proprie proposte (già formalizzate l’8 febbraio): i posti a disposizione della DP (compresi i posti all’esterno dello stabile di Largo Belotti nella disponibilità esclusiva dell’Agenzia delle Entrate, circa 10) dovrebbero essere equamente suddivisi; una parte attribuiti (per un periodo non superiore al trimestre) secondo la graduatoria elaborata sulla base di criteri oggettivi (distanza dal posto di lavoro, condizioni personali e familiari) e una parte sottoposti a rotazione mensile tra tutti i colleghi e le colleghe non assegnatari dei posti in base alla precedente graduatoria.
 
La Direzione si è detta disponibile a valutare le proposte che verranno formalizzate da parte sindacale.

 
CARICHI DI LAVORO E MONITORAGGI

A seguito della richiesta formalizzata da USB durante l’incontro del 1° giugno scorso finalmente è stata convocata una riunione specifica per discutere di carichi di lavoro e monitoraggi presso la DP di Bergamo.
 
Nel nostro intervento abbiamo innanzitutto criticato il sistema di valutazione voluto dall’Agenzia con la complicità delle altre sigle sindacali, che sta andando ad aggravare una situazione già al limite. L’agenzia decide unilateralmente i budget sulla base di TUM ormai anacronistici che non tengono minimamente conto della reale complessità delle lavorazioni, ripartisce i carichi di lavoro così programmati sulle Lavoratrici e sui Lavoratori e va poi a valutare in maniera non adeguata chi non riesce a far fronte a tali carichi. Questo  sistema, per come strutturato, è diventato lo strumento per mezzo del quale l’Agenzia vorrebbe risolvere la problematica della carenza di personale, ricattando le Lavoratrici ed i Lavoratori schiacciati da carichi di lavoro ingestibili.
 
La drammatica situazione in cui versa l’Agenzia (carenza di personale e carichi di lavoro sempre più pesanti) è ormai deflagrata anche a livello nazionale, con i vertici dell’Agenzia e l’autorità politica costretti dagli eventi a riconoscere il problema e a promettere rapidi interventi.
 
La DP di Bergamo non si discosta purtroppo da questa la realtà.
 
Stiamo vivendo infatti una situazione di carichi di lavoro ormai insostenibili, aggravata da una scelta tutta locale di adottare procedure di monitoraggio a dir poco opprimenti.
 
Di conseguenza, abbiamo ricordato al tavolo Provinciale che in un contesto nazionale in movimento è fondamentale che anche a livello locale vengano formalizzati forti segnali di disagio da parte delle Lavoratrici e dei Lavoratori.
 
Abbiamo chiesto quindi alla Direzione di prendere atto del problema e porre in essere rapidi correttivi:
 
1-   In un contesto come quello che stiamo vivendo risulta impensabile aggravare gli adempimenti a carico delle colleghe e dei colleghi imponendo loro di compilare schede di monitoraggio super dettagliate (monitoraggio che oltre tutto dovrebbe essere a carico dei responsabili), arrivando addirittura a chiedere schede di monitoraggio del lavoro svolto in presenza (mentre il monitoraggio dell’attività svolta in modalità agile è stato imposto dal regolamento unilaterale voluto dall’agenzia, la richiesta di monitoraggio dell’attività svolta in presenza rappresenta secondo noi una richiesta del tutto illegittima, poiché non prevista dal CCNL). Abbiamo chiesto quindi alla DP di fornire chiare direttive ai responsabili di struttura affinché vengano eliminati i report dell’attività svolta in presenza e ridotti all’essenziale gli adempimenti relativi al lavoro agile (il regolamento sul lavoro agile si limita infatti a prevedere il monitoraggio, senza però specificarne le modalità).
 
2-   È indispensabile uscire dalla logica delle continue pressioni sui funzionari finalizzate al raggiungimento degli obiettivi, poiché la Mission dell’Agenzia è ancora quella di lottare contro l’evasione fiscale, e non quella di liquidare premi di produttività a POER e Direttori. Per questo abbiamo chiesto di abbandonare la visione (che era purtroppo stata riproposta su questo tavolo nel precedente incontro dal responsabile dell’Ufficio Controlli) secondo cui i TUM sono una specie di Vangelo, e formalizzare in maniera ufficiale alla Direzione Regionale che se la DP non sarà in grado di raggiungere gli obiettivi prefissati la causa è da imputare al fatto che i TUM sono ormai anacronistici e non più rispondenti alla realtà attuale delle lavorazioni. I TUM, infatti, nella maggior parte dei casi, non tengono conto dell’aumento degli adempimenti a carico di chi svolge le lavorazioni, di procedure farraginose e delle sempre più ricorrenti disfunzioni organizzative. A titolo meramente esemplificativo (analoga contestazione avremmo potuto avanzare per la maggior parte delle lavorazioni dell’Agenzia) abbiamo analizzato il TUM previsto per l’Accertamento Imprese Minori (35 ore). Per ogni pratica il funzionario dovrà:
 
1 - esaminare la segnalazione ricevuta o fonte di innesco;
2 - procedere alle interrogazioni;
3 - predisporre questionari o inviti per chiedere documentazione;
4 - esaminare documentazione ricevuta;
5 - predisporre la proposta di invito 5 ter (di recente introduzione);
6 - notificare l’invito e procedere ai contraddittori;
7 - predisporre proposta di definizione;
8 - predisporre atto di adesione o accertamento;
9 - notificare e definire l’avviso di accertamento.
 
Secondo la maggior parte delle colleghe e dei colleghi che svolgono tali lavorazioni 35 ore sono sufficienti solamente nel caso delle pratiche più semplici (in presenza cioè di segnalazioni circostanziate, inesistenza di anomalie a seguito di interrogazione delle banche dati, non necessità di indagini finanziarie, ridotta documentazione da esaminare, rilievi mirati o PVC accurati), che nella prassi operativa sono casi di scuola. Normalmente infatti i colleghi e le colleghe si trovano a dover affrontare segnalazioni generiche o liste estrapolate da BI, con necessità di ampia e dispendiosa istruttoria, nonché l’emersione in fase istruttoria di elementi di criticità che trasformano l’attività in una vera e propria verifica con esame di tutta la documentazione contabile dell’impresa o la ricostruzione del reddito in modo analitico. Per non parlare poi del tempo necessario ad inoltrare le eventuali segnalazioni di soggetti collegati, le denunce penali o a lavorare gli accertamenti derivanti da indagini finanziarie, in relazione alle quali, ovviamente, il tempo varia a seconda del numero di conti correnti da esaminare. Anche la meccanizzazione dell’atto, a detta delle Lavoratrici e dei Lavoratori, si è notevolmente complicata negli ultimi tempi (elaborazione in Aures, inserimento in WF, assegnazione, approvazione, protocollo, libro firma, ecc…).
 
3-   Secondo USB è giunto il momento (non più rimandabile) di sottoporre alle Lavoratrici ed ai Lavoratori di Bergamo un questionario finalizzato a verificare lo stress da lavoro correlato, ulteriore strumento per far emergere in maniera chiara il disagio che stiamo vivendo in tutte le articolazioni dell’Agenzia.
 
Abbiamo registrato una parziale apertura della Direzione sulle criticità da noi esposte, che dovrà però essere tradotta con urgenza in azioni concrete e mirate.
 
USB P.I. Agenzie Fiscali Bergamo