Lombardia - Riorganizzazione, tutto in alto mare. Vigilate!

Milano -

Il 13 maggio scorso presso la Sala Venezia della Direzione regionale della Lombardia, si sono riuniti i rappresentanti dell’Agenzia delle Entrate della DRE e le organizzazioni sindacali per ricevere informativa sul tema delle ricadute sul personale del processo di riorganizzazione delle strutture periferiche dell’Agenzia. Ripetiamo informativa e non confronto, come ostinatamente ripetuto dai rappresentanti dell'Agenzia perché tale è stato.

 

L’Amministrazione regionale, nella persona del direttore Gestione risorse dr. Pietro Paparo ha fatto visionare temporaneamente, solo per  il tempo della riunione, un prospetto,  un modello matematico da cui discende la consistenza numerica delle future piante organiche delle costituende Direzioni provinciali. Il modello matematico,  preso in prestito dal controllo di gestione,  si basa sul dato “oggettivo” della consuntivazione  delle lavorazioni dell’anno 2008.

 

In particolare si riferisce alle lavorazioni relative alle aree controllo, al contenzioso e ai rimborsi IVA degli uffici in provincia. Attraverso correttivi in percentuale si traduce il dato matematico in numeri, e più precisamente in persone occorrenti per le relative lavorazioni nella direzione provinciale: numeri tradotti in lavoratori! Una domanda nasce spontanea: come è possibile tutto ciò? Se la mobilità sulla base dell’accordo nazionale del 24 aprile 2009 (sottoscritto da alcune delle sigle sindacali presenti) prevede  esclusivamente la mobilità volontaria ed esclude categoricamente quella forzosa, come è possibile raggiungere la dimensione ottimale numericamente prospettata  dall’Amministrazione nell’ipotesi in cui  nessun lavoratore voglia sobbarcarsi lo spostamento presso la sede provinciale?

 

Inoltre viene da chiedersi: una volta verificato il grado di copertura dei fabbisogni funzionali e constata la carenza numerica della Direzione provinciale come intenderà l’Agenzia procedere il 30 settembre prossimo, data fissata dall'accordo nazionale per un incontro di verifica? L’amministrazione per anni ha sostenuto l’importanza strategica ai fini dell’attività di  accertamento del ruolo delle aree controllo degli uffici in provincia; oggi tout court bisogna smantellarle perché?

 

Non occorrono più? Non servono più? Non è più possibile esercitare l’attività di controllo e accertamento in tali uffici in provincia, neanche: "[...] qualora il personale interessato non desiderasse trasferirsi presso sede del capoluogo lo stesso potrà proseguire a svolgere le funzioni cui ora è adibito presso la sede dell’ufficio territoriale coordinato funzionalmente dall’ufficio controlli della direzione provinciale [...]”; tutto ciò non è possibile anche se in altre regioni - vedi Friuli Venezia Giulia con l'attivazione della Direzione provinciale di Pordenone - accordi in tal senso vengono sottoscritti dall’amministrazione.

 

Accordi prontamente sconfessati dalla stessa amministrazione in Lombardia; identiche situazioni, trattamenti differenti! Perché, viene da chiedersi? L’incontro è continuato, ma si è vilmente sottaciuto sugli aspetti critici della riorganizzazione. Quale tutela per la professionalità, per il diritto alla carriera, per la formazione, per gli incentivi economici? Come avverranno le assegnazioni agli uffici territoriali, anche dei capoluoghi? Quali incentivi,  a fronte di sicuri disagi cui andranno incontro i colleghi degli uffici in provincia che vorranno trasferirsi? Delle sorti di Comma 165 e incentivi neanche a parlarne: tutto in alto mare avvolto da una cortina di silenzio.

 

Però l’amministrazione si è precipitata a ribadire che le indennità  per le posizioni organizzative artt. 17 e 18 del CCNI saranno comunque corrisposte, fino a tutto il 2009, anche se tali  funzioni di responsabilità non saranno più esercitate. Ecco, i  fondi rispuntano! Senza considerare gli investimenti per le nuove sedi provinciali si è parlato di fondi in arrivo per le ristrutturazioni delle istituende Direzioni provinciali ma di fondi per i lavoratori neanche a parlarne!

 

Cari colleghi, la storia, che è maestra di vita, ci insegna che le riforme a costo zero sono a spese dei lavoratori e non hanno mai portato nulla di buono! Vigilate se ora qualcuno vi chiedesse di trasferirvi "spontaneamente" nella sede provinciale, o vi cambiasse lavoro.

 

RdB CUB, fin quando non avrà certezza della sorte lavorativa dei colleghi, nel senso che non vi sarà mobilità forzosa, non sottoscriverà alcun accordo.