Operazione verità a Roma 3

Roma -

Quando un'assemblea può considerarsi rappresentativa della volontà dei Lavoratori? Qualcuno è in grado di dire se basta un 10%, se serve il 50% + uno, se i presenti hanno sempre ragione e gli assenti sempre torto o viceversa?

 

Ci facciamo questa domanda, perché ci pare davvero spiacevole ciò che è accaduto nell'ufficio di Roma 3. Il nodo della vicenda riguarda la distribuzione del salario di produttività 2005. Tralasciamo ogni discussione in merito ai punti di vista delle diverse organizzazioni sindacali. Per una volta, insomma, mettiamo in secondo piano il "merito" e concentriamoci sul "metodo".

 

A luglio scorso si definì il contenuto di una pre-intesa in base alla quale l'amministrazione e la RSU si stavano orientando a distribuire il salario di produttività 2005 in base alla valutazione del dirigente. Nel mese di ottobre la RSU hanno indetto un'assemblea consultiva con i Lavoratori dalla quale è emersa la volontà di non applicare alcun criterio valutativo, poiché non si riteneva corretto introdurre regole capaci di determinare anche consistenti differenze salariali, con efficacia retroattiva.

 

La RSU ha raccolto il mandato assembleare. Al tavolo di trattativa però, i singoli componenti del "parlamentino sindacale" hanno esercitato legittimamente ma arbitrariamente un voltafaccia clamoroso: sconfessando il mandato dell'assemblea hanno determinato in seno alla stessa RSU una diversa maggioranza, contraria alla volontà dell'assemblea e favorevole alla proposta dell'amministrazione.

 

La direzione dell'ufficio, va detto, è riuscita così dopo anni di certosino lavorìo, a far diventare l'ufficio di Roma 3 il primo ufficio che applica criteri valutativi sull'erogazione del salario accessorio 2005. Si tratta insomma di un accordo locale che supera in peggio il contenuto dell'accordo regionale che la nostra organizzazione ha firmato. E lo ricordiamo, tutto è accaduto contro la volontà dell'assemblea che qualcuno ha poi definito "non rappresentativa".

 

Questi i fatti. Ieri, 30 ottobre, l'assemblea dei Lavoratori di Roma 3 ha dato mandato a questa organizzazione sindacale di promuovere ogni iniziativa per riaprire i termini dell'accordo. Prossima settimana saremo di nuovo con i colleghi dell'ufficio in un'assemblea che dovrà essere numerosa e partecipata.

 

Altrimenti avrà avuto ragione chi ha mostrato di considerare non rappresentativo il mandato assembleare e avranno avuto ragione le e-mail che qualcuno ha fatto circolare in ufficio. Noi riteniamo che non sia un danno irreparabile aver assistito all'ingloriosa fine delle RSU di Roma 3, a pochi giorni dal voto di novembre che dovrà costruire il nuovo parlamentino sindacale aziendale. Una RSU così è meglio perderla che trovarla. A patto però di saperne costruire una migliore per il futuro.