Passaggi da seconda a terza Area. Una scala per il Paradiso
Anche all’Agenzia del territorio, nell’ultima riunione come già accaduto alle Entrate, abbiamo assistito all’ennesima puntata per tentare di risolvere l’annoso problema delle procedure ex art.15.
La confusione è ormai totale: è dal 2001 che queste procedure vanno avanti tra ricorsi, controricorsi ed uno scontento generale tra i lavoratori che ha prodotto una guerra contro tutto e tutti.
In questo marasma generale è necessario chiarirci quello che deve essere l’unico obiettivo comune: il riconoscimento della nostra innegabile professionalità.
Professionalità che a parole TUTTI ci riconoscono: si cercano e si elaborano liste di personale esperto, capace di affrontare le problematiche più spinose al di là del livello e della fascia di appartenenza; si elaborano memorandum all’interno dei quali si rilancia la meritocrazia per i più professionalmente capaci e preparati…..
La realtà, che forse nessuno ha il coraggio di esprimere chiaramente, ma che i lavoratori pubblici conoscono molto bene, è semplicemente che la fascia media oggi, la seconda area ieri è composta da lavoratori che hanno da sempre svolto lavoro professionalmente più elevato alla qualifica di appartenenza dando un contributo fondamentale per lo sviluppo dell’Amministrazione Pubblica.
Il percorso del riconoscimento di questo contributo a TUTTI, compresi i lavoratori a tempo determinato, deve essere definitivamente concluso attraverso il ribaltamento della famosa piramide, quella che vedeva il 70% del personale nell’ex area C ed il 30 % nell’ex area B oggi seconda area, e che ci trovava, almeno a parole, tutti d’accordo.
Ci interessa poco quale potrebbe essere il mezzo tecnico attraverso il quale raggiungere questo obiettivo, c’è chi parla di allargamento dei posti messi a concorso, chi di un nuovo bando chi del semplice riconoscimento delle mansioni superiori svolte…
Ciò che conta è che si persegua lo stesso obiettivo. Ciò che conta è che la scala per il paradiso della terza fascia sia fornita a tutti abbandonando lotte intestine e fratricide che dilaniano l’unità dei lavoratori e minano il clima che si respira nei posti di lavoro.
Dobbiamo ritrovare la nostra unità, facendo sentire il coro delle nostre voci all’autorità Politica, alle Agenzie e alle Organizzazioni Sindacali ricordando a noi stessi che quando le nostre rivendicazioni comuni hanno superato le nostre differenze sovrastando le altre voci abbiamo raggiunto i nostri obiettivi.
Invitiamo le nostre strutture, le RSU e tutti i lavoratori a confrontarsi all’interno delle assemblee con un unico obiettivo. La conquista di ciò che ci spetta attraverso l’unica via che le Rappresentanze di base conoscono: conflitto, mobilitazione e lotta.