Pausa di riflessione sull'Agenzia! Lettera di USB al Direttore

Roma -

Gli ultimi accadimenti di Termini Imerese, Mestre e Romano di Lombardia, stanno a dimostrare come il rapporto tra contribuenti e lavoratori dell’Agenzia delle Entrate sia ad un passo da un punto di non ritorno. La politica fiscale degli ultimi anni, la crisi strutturale del capitalismo, e le politiche dell’Unione Europea indirizzate al ripianamento del debito, non fanno altro che creare tensioni sociali allontanando sempre più il cittadino dal rispetto delle istituzioni. [continua]

 

Al Direttore dell’Agenzia delle Entrate, dott. Attilio Befera

Al Direttore del Personale, dott. Girolamo Pastorello

Richiesta urgente di incontro

Gli ultimi accadimenti di Termini Imerese, Mestre e Romano di Lombardia, stanno a dimostrare come il rapporto tra contribuenti e lavoratori dell’Agenzia delle Entrate sia ad un passo da un punto di non ritorno. La politica fiscale degli ultimi anni, la crisi strutturale del capitalismo, e le politiche dell’Unione Europea indirizzate al ripianamento del debito, non fanno altro che creare tensioni sociali allontanando sempre più il cittadino dal rispetto delle istituzioni.

Inoltre, alcune strumentalizzazioni dettate da opportunismi elettorali o di altra natura, stanno alterando la percezione pubblica dell’immagine e del ruolo che l’Agenzia delle Entrate e i suoi lavoratori sono chiamati per legge a svolgere.

Le gravi condizioni di sofferenza che stanno colpendo milioni di lavoratori privati e pubblici non possono che trovare soluzione in una reale svolta della politica economica e fiscale, che indirizzi le entrate erariali verso il sostegno della spesa sociale in modo tale da far percepire  la riscossione delle imposte e la lotta all’evasione come una battaglia necessaria al bene della collettività, anche in vista di una progressiva riduzione della pressione fiscale sui redditi più bassi.

Finché il pareggio di bilancio e il ripianamento del debito resteranno gli unici due obiettivi del governo, ai quali sacrificare anche le politiche del lavoro, non ci potrà che essere un ulteriore deterioramento del patto sociale che si fonda sul concorso di tutti, in ragione della propria capacità contributiva, alla spesa pubblica per il finanziamento dello Stato sociale e non per il ripianamento di un debito che ha origine nella speculazione finanziaria e non è certamente stato causato dai cittadini.

Solo attraverso una concreta percezione dell’utilizzo delle entrate fiscali verso il rafforzamento dei servizi pubblici e gratuiti e quindi della scuola, della sanità, della ricerca ma più generalmente di  tutto il servizio pubblico, si potrà rinsaldare quel rapporto Stato/Cittadino e quindi in questo caso Lavoratore dell’Agenzia/Cittadino, seriamente messo in discussione come dimostrano le vicende degli ultimi giorni.

In questo contesto riteniamo necessario sospendere tutti i tavoli negoziali avviati a ogni livello, che non riguardino unicamente l’erogazione del salario accessorio, che, ci duole ricordarlo, unico esempio in tutta la Pubblica Amministrazione, riguarda il salario 2010.

Riteniamo inoltre opportuno aprire una riflessione circa alcune scelte di natura organizzativa che probabilmente in questo momento non sono più necessarie o utili. Per questi motivi chiediamo sia opportuno proseguire immediatamente il confronto avviato la scorsa settimana.

Roma, 10 maggio 2012

USB Pubblico Impiego - Agenzie FiscaliStefano Vendetti