perchè i lavoratori delle agenzie fiscali dovrebbero fare sciopero il 17 novembre ("volantone" Lazio)

Roma -

Lo sciopero generale del prossimo 17 novembre è per il nostro sindacato l'ennesima sfida lanciata alla classe politica di governo e di opposizione, impegnata a serrare i ranghi per di­fendere il privilegio del potere, anche questa volta a scapito dei lavoratori che storicamente sono l'anello debole della catena economica.

Nel tritacarne della finanziaria potevano finire gli interessi dei potentati economici e finan­ziari, che in Italia sono tanti e ben radicati e sono invece finiti i redditi a tre zeri anche sotto i ventimila euro; potevano finire le lobby che da sempre reggono le sorti del capitalismo clientelare e bottegaio, ed è invece finito il sistema del welfare; poteva finire un sistema di sprechi e sperperi basato sulle consulenze d'oro, sugli appalti truccati, sul dissanguamento della finanza pubblica, sulle pensioni e sulle indennità parlamentari e sono invece finiti i soliti impiegati, i soliti tagli alla spesa sanitaria, i soliti blocchi del turn-over.

Gli interessi dei lavoratori non trovano in questo momento un'adeguata rappresentazione, vorremmo dire drammatizzazione, presso i centri decisionali della politica economica e so­ciale. Alcune categorie, non quella del pubblico impiego, riescono ancora ad opporre una re­sistenza solida e compatta rispetto a presunti o veri attacchi alla loro sfera di interessi (tas­sisti, farmacisti ecc.), ma fra quelle categorie non c'è quella del pubblico impiego. I lavora­tori delle Agenzie fiscali non sfuggono a questa constatazione. Se sia colpa della scarsa sin­dacalizzazione, dell'incapacità del sindacalismo conflittuale (il nostro) a trasmettere la cor­retta percezione dell'effettivo pericolo che sta correndo la categoria del pubblico impiego o se infine sia efficace l'opera narcotizzante del sindacalismo confederale e di quello auto­nomo, non è dato saperlo o non è importante saperlo ora.

Ciò che conta sapere ora è che venerdì prossimo, 17 novembre 2006, i lavoratori delle Agenzie fiscali avranno un'occasione, nel Lazio e in tutte le altre regioni italiane (sono previste dodici manifestazioni a carattere regionale), per rendere visibile e concreto il loro malessere.

Un malessere che non può non crescere, nei confronti di tutte quelle operazioni politiche, fi­scali e strutturali che convergono decisamente verso la riduzione della funzione pubblica dei "servitori dello Stato", verso l'annientamento di un sistema di solidarietà sociale che ancora nel XX secolo si chiamava Stato sociale, verso la definitiva trasformazione dei servizi pubblici e tra questi della più vitale funzione, la funzione erariale.

Non tira una buona aria, dentro le Agenzie fiscali. Nel Lazio la situazione è em­blematica di uno stato generale dell'arte che non promette niente di buono.  

Offriamo, in ordine sparso, alcune considerazioni, che hanno l'intenzione di rafforzare nei convinti la necessità di essere in piazza venerdì 17 novembre; negli indecisi la possibilità di convincersi ad essere in piazza; nei disillusi, nei disattenti e nei sostenitori dell'ottimismo a tutti i costi, di ridurre le certezze e sollecitare gli interrogativi.  Sappiamo che per loro, come per il Candido di Voltaire "tutto va per il meglio" e anche per loro e al posto loro, saremo in piazza il prossimo 17 novembre. (il seguito all'interno del file allegato).