Argomento:

Pesci pilota (USB) rispondono a pesce palla (Flp)

Roma -

Da circa tre anni puntualmente come le zanzare d'estate e il raffreddore d'inverno, arriva un comunicato della Flp (sigla sindacale rappresentativa nel comparto delle Agenzie Fiscali), che in qualche modo contesta, irride o polemizza con le nostre iniziative sindacali.

La cosa ci è indifferente, ma poiché il silenzio può essere scambiato per mancanza di argomenti, abbiamo deciso di dire cosa pensiamo riguardo ad alcune loro affermazioni sul nostro conto.

Flp definì “sciopericchio” il nostro sciopero di tre ore del luglio 2008, promettendone uno vero a settembre, quando le masse chiamate da loro a scendere in piazza avrebbero costretto il Governo a cambiare politica verso i lavoratori del pubblico impiego e delle Agenzie Fiscali in particolare.

Chiamò “bufaline” le nostre dichiarazioni (poi pienamente confermate) rilasciate in occasione di un presidio in difesa del diritto alla carriera presso la Funzione pubblica il 14 settembre 2009.

Si dichiarò dispiaciuta del fatto che RdB non avesse compreso la valenza strategica del sistema individuale sperimentato in Dogana.

Nel merito della nostra scelta di non aderire ad alcune iniziative “unitarie”, la Flp ha dichiarato che lo facciamo a fini propagandistici accusandoci di rompere l’unità sindacale per qualche tessera in più.

Non sapevamo dell’esistenza di un assioma fra l’andare da soli e fare tessere, ma se così fosse ne saremo ovviamente lieti.

Vorrebbe dire che i lavoratori cominciano a rendersi conto che con un certo tipo di sindacato si può magari vincere una piccola vertenza, ottenere un trasferimento o un incarico, una convenzione universitaria o un ricorso legale a prezzi modici, mentre nel frattempo l’intero rapporto di lavoro pubblico è sottoposto a un ricatto di dimensioni tali da imporre definitivamente clientele e servilismi in luogo della poca indipendenza e dignità rimaste.

Serve un sindacato per fare una convenzione con uno studio legale o una università, o bastano un CRAL o un dopolavoro organizzato?

Davanti a un'opera di demolizione del lavoro pubblico senza precedenti, la Flp non ha fatto un'ora che sia una di sciopero.

Non ricordiamo un presidio o qualsiasi altra manifestazione di dissenso colorita da una loro bandiera.

Che fine ha fatto il grande sciopero di settembre promesso per distogliere l’attenzione alla vigilia del nostro?

Quando non si hanno argomenti propri, la polemica è una buona scappatoia.

Chi cerca continuamente lo scontro, con una verbosità litigiosa e aggressiva, senza affiancare ad essa un piano di concreta pratica sindacale, finisce per mostrare il vero lato debole di sé stesso.

E cioè che non c'è nessun piano di concretezza e non si è nelle condizioni di mobilitare nessuno, tantomeno di proclamare uno sciopero generale.

Si può al massimo aspettare che qualcun altro lo faccia per poi aderirvi.

Così come Flp aspetta che qualcun altro assuma iniziative sindacali per poi provare a confutarle, ridimensionarle, con una comunicazione di pura propaganda e senza nessuna prospettiva.

La loro verbosità è inversamente proporzionale all'agire.

Probabilmente anche dopo aver letto questo comunicato replicheranno alla ricerca di un ingaggio continuo che ha lo scopo di portare gli altri sul loro terreno che è quello di uno sterile immobilismo con colonna sonora di strilla e strepiti.

I loro comunicati (stampa) sono l'unico segno tangibile della loro presenza e testimoniano più di qualche svista.

Resta “memorabile” il comunicato stampa con cui la nostra proposta di una progressione economica per tutti nel comparto Agenzie Fiscali fu bollata come proposta elettorale: RdB promette "chiù ppilu pi' tutti" scrissero.

Ed esilarante fu il comunicato con cui si assunsero la paternità e il merito di aver avviato concretamente, dopo la grande “vertenza Fisco” con l'accordo del 5 agosto 2010, una stagione di progressioni economiche per tutti.

Surreale fu la teoria, sviscerata in un loro comunicato stampa, secondo la quale le nostre iniziative per l'assunzione di tutti i tirocinanti erano la causa prima del fatto che l'Agenzia delle Entrate stesse falcidiando i candidati.

Abbiamo incorniciato nella nostra sede il comunicato stampa con cui ci hanno definiti pesci-pilota (e noi abbiamo preferito non rispondere anche se la loro monotona ripetitività ci fa venire in mente il pesce-palla) perché avremmo copiato a loro dire l'iniziativa a tutela delle festività soppresse in occasione dello scippo del 17 marzo.

Conserviamo gelosamente anche il comunicato stampa con cui questi soggetti affermarono che mai avrebbero firmato l'accordo sulle progressioni economiche alle Entrate perché la riserva del 10% dei posti e la valutazione individuale erano proposte irricevibili.

E lo teniamo accanto a quello con cui qualche giorno fa hanno spiegato perché quell'accordo lo hanno firmato.

Come non ricordare le recenti affermazioni fatte alle Dogane, dove la concertazione sul concorso per la terza area si è chiusa negativamente e loro continuano a rivendicare come un grande successo il fatto di avere aperto e chiuso negativamente la concertazione sul bando.

Quando capiranno che a questa riforma epocale non ci si oppone con la carta bollata e che ottenere dal Giudice il diritto a prendere schiaffi al tavolo "negoziale" non è una vittoria sindacale ma è solo allungare la trafila?

Ultimo in ordine di tempo un comunicato con cui questi soggetti prendono spudoratamente le parti dell'Agenzia del Territorio, neanche fossero una succursale dell'Avvocatura dello Stato o l'ufficio stampa del Direttore del Personale, facendo tra l'altro una pericolosissima affermazione sulla quale invitiamo i lavoratori a riflettere.

E cioè che la nostra proposta di non mettere il mezzo proprio a disposizione per la ricerca degli immobili fantasma darebbe all'amministrazione il pretesto per esternalizzare il servizio.

Quale logica sindacale c'è nel rinunciare a giuste rivendicazioni davanti alle ipotetiche minacce dell'amministrazione?

Qual è la logica sindacale che si ricava da questa summa di comunicati stampa?

Bollare gli scioperi altrui come “sciopericchi” è irrispettoso verso i Lavoratori che vi hanno aderito.

Limitarsi a snocciolare proverbi, nomignoli, metafore faunistiche mentre tutto crolla intorno a loro ci sembra il modo migliore per sublimare l'incapacità di articolare iniziative concrete e non "unitarie" che rivela tutta l'ambiguità di un sindacato autonomo che soffre la conflittualità altrui.

Non saremo mai esegeti delle altrui iniziative e non ci metteremo mai sulla scia degli altri.

Difendiamo la nostra identità, consapevoli della delicatezza del ruolo sindacale in uno dei momenti più difficili, delicati e duri che le Lavoratrici e i Lavoratori stanno attraversando.