Piemonte - Allarme democrazia! E ora cosa dobbiamo aspettarci ancora?

Novara -

Agenzia delle Entrate, in linea con la vena autoritaria in auge nel Paese, decide, anch’essa, di imprimere un impulso determinante alla cancellazione delle pratiche di partecipazione democratica.

 

Dopo che a livello centrale  sono state estromesse le organizzazioni che non hanno firmato il rinnovo del contratto del biennio economico, la stessa pantomima si è verificata anche presso la Direzione Regionale del Piemonte. Il 26 febbraio doveva esserci l’incontro per proseguire il confronto sulla riorganizzazione e sugli atti relativi che in Piemonte si stavano già esplicitando.

 

Ebbene con un colpo di teatro dell’assurdo si è messo in atto l’esercizio dell’autoritarismo in salsa sbeffeggiante, disconoscendo improvvisamente il ruolo di quei soggetti rappresentativi di tanti lavoratori, rei di aver dissentito sul rinnovo contrattuale, e chiedendo agli altri (firmatari di contratti a perdere), di continuare ad essere proni, e come d’incanto…, dopo il dietrofront sulla formale convocazione, dopo l’impressione di voler aggiornare la trattativa, spunta un accordo con i soggetti “collaborativi” e, a questo punto, complici.

 

Tralasciamo considerazioni sul merito del fantomatico accordo, reperibile cmq su intranet, perché quello che trapela sembra essere il festival delle ovvietà per lasciare sostanzialmente la mano libera all’amministrazione di continuare ad operare con i suoi criteri sul modello che ha in mente.

 

Forse altri, non certamente noi, sembrano essere più interessati a quello che sarà il suk degli incarichi vari e delle corsie più o meno preferenziali…

 

Ma la situazione è veramente allarmante, perché è in gioco il concetto minimo di libertà, che non esiste se viene negata la partecipazione e sono in gioco la difesa del posto di lavoro e dei diritti minimi riguardanti la professionalità acquisita e i diritti e le tutele fondamentali.

 

Già da tempo abbiamo denunciato, purtroppo lasciati da soli, la volontà di chiusura di diversi Uffici, facendo rilevare ciò che producevano le politiche di assegnazione e di mobilità del personale, e ora la cosa viene resa di fatto ancora più evidente con la assoluta noncuranza della situazione drammatica in cui versano gli stessi uffici, con indifferenza anche verso le collettività interessate.

 

Ora più che mai non lasceremo ad altri il potere di arrogarsi la delega a rappresentare i lavoratori, e ora come sempre, per noi, ha fondamentale importanza la possibilità di essere partecipi nei processi che riguardano le nostre sorti, consentendo a tutti di avere legittimità nel poter esprimere le proprie valutazioni, acconsentire o dissentire, e di essere e poter allo stesso modo conoscere e far conoscere, e, magari, poter essere chiamati democraticamente a decidere e/o avallare le decisioni.