Piemonte - Entrate L'Agenzia da che parte sta?
L’Agenzia delle Entrate del Piemonte ha lanciato un’iniziativa populista e demagogica, pomposamente denominata, “operazione trasparenza”, con tanto di opuscoli e corollari propagandistici, senza preoccuparsi di informare e spiegare ai lavoratori interessati la stessa iniziativa.
In buona sostanza i soggetti economici interessati da controlli fiscali, con verifiche demandate ai lavoratori dell’Agenzia delle Entrate, potranno esprimere il loro gradimento sull’operato dei funzionari incaricati.
Già ora tutti i contribuenti, compresi quelli oggetto di verifica fiscale, sono tutelati da eventuali soprusi ed abusi dalle norme civili e penali nonché dalle disposizioni contenute nello “Statuto del Contribuente” che impone e delimita in modo preciso i diritti dei contribuenti ed i doveri di chi esercita le funzioni di controllo.
Ma allora perché tale iniziativa?
A tutela di chi e per quali risultati ?
Senza aggiungere ulteriori considerazioni che sono anche alla portata di un innocente bambino, ci rimane però un senso di sbigottimento di fronte a tale iniziativa con modalità che, volutamente o no, rischiano di minare alla base il rapporto di reciproca correttezza, lealtà ed onestà tra i cittadini e il fisco.
Avvertiamo un’ostilità verso i funzionari che vogliono e devono fare correttamente il proprio mestiere, così come un sostanziale ed indiretto ausilio a chi vuole continuare ad essere evasore e/o corruttore.
Un atto di buon senso sarebbe l’immediato ritiro di tale iniziativa con un vero ed innovativo investimento in campagne di tutela e difesa delle professionalità esistenti capaci di fare vera lotta all’evasione se messi nella condizione giusta di operare.
Va da sé che nessuna difesa e tutela può essere immaginata per i disonesti, i corrotti e corruttori, almeno da parte nostra…..
Per un Fisco più efficiente è necessario che dal Piemonte, Emilia Romagna e da tutta l’Agenzia, arrivino ben altri segnali, con atti e fatti di fiducia verso i lavoratori.
Un reale investimento è l’immediato riconoscimento della dignità, troppe volte denigrata, così come il riconoscimento e la valorizzazione delle professionalità e il diritto alla carriera, ad iniziare, da subito, dalla possibile progressione economica per tutti e dalla esigibilità certa ed immediata del salario accessorio.
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