Piemonte - Entrate mobilità, non disturbate i manovratori ...
Alcuni ricorderanno che con nota all’accordo quadro sulla mobilità regionale 2017 avevamo rilevato alcune criticità, in particolare il fatto non nuovo dell’esclusione di posti in entrata presso la Direzione Regionale. Durante la trattativa sottolineammo come tale reiterazione svilisse lo spirito stesso della mobilità e, inoltre, come a questo blocco ultrannuale corrispondessero continui ingressi di personale presso la DR tramite interpello e nuove assunzioni.
Passano i mesi e il modus operandi dell’amministrazione non cambia, si succedono procedure di interpello verso uffici direttamente dipendenti o allocati presso la stessa DR, con conseguenze dirette per i vari territori della regione.
Con richiesta del 18 giugno scorso abbiamo pertanto chiesto alla DR chiarimenti in merito, volendo verificare se agli spostamenti di personale dalle varie DP corrispondano adeguamenti degli obiettivi assegnati. La “risposta” della DR non si è fatta attendere e, in situazione di normalità, si resterebbe interdetti dalla fumosità burocratica della risposta. La DR ci ricorda, appunto, che “…la responsabilità gestionale della struttura regionale si estrinseca a livello complessivo e non di singolo ufficio e che quindi le movimentazioni di personale derivanti da esigenze di funzionamento della struttura, quali quelle gestite tramite interpello, vanno valutate in un quadro complessivo e non dal punto di vista del singolo ufficio coinvolto”.
Pare chiaro che per l’amministrazione non si rivedono i budget assegnati agli uffici operativi e, quindi, i carichi di lavoro, a seguito di movimentazioni di personale verso la DR con procedure d’interpello (!!!). Sì, perché è proprio questo che pare desumersi dalla risposta della DR alla nostra richiesta di chiarimenti.
Se ciò fosse confermato, ci troveremmo di fronte all’affermazione di un principio assolutamente non condivisibile. Anche perché, ricordiamolo, ciò avviene in una situazione dove la logica dell’obiettivo a tutti costi ha già saturato il tempo di lavoro dei colleghi, ledendo la possibilità di approcciarsi al lavoro con serenità e in modo efficace nei confronti dell’interesse generale.
Ciò è ancor più grave in assenza di dovute tutele da parte dell’amministrazione in ordine alle responsabilità professionali connesse allo svolgimento del lavoro.
Sembra affermarsi la logica della “spremitura fino alla buccia” per cui bisogna fare, fare ancora di più e, magari, non permettersi di “sindacare” o avere possibilità di far valere le proprie ragioni o rendere evidenti le sofferenze e criticità dipendenti da scelte organizzative.
A tal proposito, denunciamo come l’Amministrazione, in accordo con le altre OO.SS. stia violando il principio della democrazia sindacale convocando nelle sue varie articolazioni tavoli di confronto senza coinvolgere USB. Invitiamo tutti e tutte ad essere fortemente critici verso questa forma di governance delle relazioni sindacali che produrrà solo macerie a danno dei lavoratori.