Presidio USB all'Agenzia delle Entrate: basta messe in scena stabilizziamo il salario accessorio - FOTO
Si è svolto ieri a Roma, fuori dalle sede centrale dell’Agenzia delle Entrate, la protesta dell’USB Pubblico Impiego in occasione del convegno “La legalità Fiscale italiana”, al quale sono invitati il ministro Saccomanni, il vice ministro Casero, il direttore dell'Agenzia Befera, il presidente di Confindustria Squinzi ed i segretari generali di Cgil Cisl e Uil.
Con il rumoroso presidio i lavoratori vogliono riprendersi la parola sulle scelte in materia fiscale, tutte orientate alla logica dei tagli attraverso la chiusura degli uffici, la riduzione del personale ed improbabili riorganizzazioni delle Agenzie.
“Sta andando in onda un’ennesima finzione scenica, con gli attori che entrano dalla porta posteriore per evitare il confronto con le nostre istanze”, dichiara durante la protesta Ermanno Santoro, dell’USB P.I. Agenzie Fiscali. “Ciò che in realtà unisce tutti i soggetti qui riuniti è la loro complicità nell’opera di smantellamento dei servizi pubblici, inclusi quelli fiscali”.
Prosegue Santoro: “Lo strapagato commissario alla spending review Cottarelli, piazzato dall’'Europa a via XX Settembre, ordina al governo tagli e disinvestimenti in tutto il settore pubblico, mentre continua una politica fiscale che penalizza lavoratori dipendenti e pensionati”.
“Vogliamo ricordare al Ministro Saccomanni di preoccuparsi molto di più di ben 50.000 lavoratori delle Agenzie fiscali ancora in attesa, a distanza di due anni, del loro salario accessorio, e gli chiediamo di utilizzare la leva fiscale per rafforzare i servizi pubblici e lo Stato sociale”, ammonisce il dirigente USB.
“La ‘legalità’ di cui oggi si discute al convegno – conclude Santoro – passa anche attraverso una macchina fiscale efficiente. Risorse stabili e certe garantirebbero, finalmente, percorsi di valorizzazione del personale, investimento sul comparto e quindi sulla lotta all'evasione. Questa, Sig. Ministro è la legalità fiscale della quale ci piacerebbe parlare. Il resto è solo retorica”.