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Progressioni economiche: parole, parole, parole...

Era il mese di maggio, l’accordo per avviare le procedure per una progressione economica per tutti i lavoratori dei Monopoli di Stato sembrava vicino, c’erano i fondi, c’era un accordo di massima con l’Amministrazione, si trattava solo di trovare un’intesa sulla data di decorrenza delle progressioni. Sembrava poca cosa, invece no.

 

Quando già erano iniziati i proclami del nuovo Governo contro i lavoratori pubblici, l’Amministrazione proponeva la data del 1 gennaio 2008 giustificando tale scelta con la possibilità di non dover chiedere il parere alla Funzione Pubblica che invece sarebbe stato indispensabile anticipando la procedura al 2007.

 

RdB voleva ad ogni costo garantire anche ai lavoratori dei Monopoli di Stato quella progressione economica promessa prima della stipula del CCNL Agenzie Fiscali, e temeva che una richiesta di parere alla Funzione Pubblica avrebbe prodotto - nel migliore dei casi - smisurati ritardi. Un rischio per tutti era la possibilità di innescare una querelle giuridica sulla possibilità di riconoscere ai lavoratori progressioni economiche antecedenti la firma del contratto. Ma non si doveva arrivare a questo punto.

 

Invece ci si è arrivati. Cgil e Cisl si sono intestardite sulla data, non comprendendo che l’accordo andava firmato SUBITO, per evitare che i lavoratori dei Monopoli pagassero a caro prezzo l’attacco ai pubblici dipendenti. Poi è arrivata l'emanazione del decreto legge n. 112/2008 che ha condannato i lavoratori della prima area a permanervi per legge e che ha reso più difficile la progressione economica per tutto il personale.

 

Sono trascorsi cinque mesi, durante i quali abbiamo chiesto di essere convocati anche sui fondi del Comma 165 e in questi cinque mesi non sono arrivate né risposte né notizie. L’Amministrazione fugge il confronto e serra in cassa i fondi destinati ai lavoratori. Probabilmente convocherà le organizzazioni sindacali solo per condividere con chi ci vorrà stare (noi no!) il taglio netto del 10% delle dotazioni organiche. Sappiamo che i rappresentanti nazionali di Cgil-Cisl-Uil si sono incontrati con il capo del personale: si tratta di incontri dai quali RdB è stata deliberatamente esclusa e possiamo quindi solo supporne il contenuto. Una cosa è certa, e cioè che questi metodi non sono trasparenti e non garantiscono i lavoratori. È ora di cambiare metodo!

 

Pensiamo che per i lavoratori sia giunto il momento di far sentire forte la loro voce: un chiaro e forte NON CI STO! Per questa ragione chiediamo ai rappresentanti RSU di indire assemblee nei posti di lavoro per dar vita a una forte mobilitazione in difesa delle dotazioni organiche, contro i tagli imposti dalle legge 133 e per pretendere che si mantengano gli impegni presi e che si trovi una soluzione per garantire ai dipendenti dell’AAMS quelle (poche) opportunità di carriera che agli altri lavoratori del comparto Agenzie Fiscali sono state riconosciute.

 

Non è troppo tardi, purché non si cada nella trappola di aprire una mobilitazione per un rinnovo contrattuale di cui le misere cifre sono già stabilite, o di rinunciare a qualsiasi mobilitazione con la scusa che una piccola parte di quei fondi che ci erano stati scippati è stata restituita da un vergognoso accordo.

 

È il momento di dire BASTA. È il momento di tutelare da noi i nostri diritti. Con le assemblee in tutti i posti di lavoro potremo individuare insieme un percorso di lotta che riscriva il nostro futuro.