Argomento:

Reazione forte ed immediata

Ieri lo sciopero nazionale ora la mobilitazione negli uffici

La Spending Rewiew (risparmi di spesa) comincia a produrre i suoi primi e purtroppo non ultimi risultati. L'attacco alle lavoratrici e ai lavoratori del pubblico impiego è iniziato con la soppressione dell'Agenzia del Territorio e dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, con la chiusura di tutti gli uffici delle Agenzie Fiscali, quindi anche di Entrate e Dogane, nelle 37 province italiane con meno di 300.000 abitanti, negli uffici con meno di 30 lavoratori e con tagli alle piante organiche di ALMENO il 10% del personale.

Il governo vuole dimostrare all'Europa ch'è capace di imporre pesanti ed inique tasse evitando la reazione popolare. Per questo è fondamentale avere l'appoggio delle organizzazioni sindacali con il compito di contenere il malcontento generale.

Occorre trovare immediatamente una convergenza d'intenti, altrimenti i lavoratori pubblici saranno stritolati, ed è necessario essere chiari, senza giocare con le parole.

Noi di USB abbiamo scioperato e siamo scesi in piazza venerdì 22 giugno in difesa dei diritti dei lavoratori pubblici e privati. Le mobilitazioni di Roma e Milano hanno coinvolto migliaia di lavoratori che hanno sfilato per ribadire anche il NO alla soppressione dell'AAMS e dell'Agenzia del Territorio, NO alla chiusura degli uffici pubblici nelle province, SI ad un ruolo centrale dei lavoratori nella lotta all'evasione fiscale che prevede non solo il mantenimento dei presidi sul territorio ma investimenti di risorse per una revisione degli estimi capace di far pagare l'IMU a quel 10% delle famiglie italiane che detiene il 50% dell'intero patrimonio nazionale e che si riconosca la professionalità dei lavoratori attraverso una generalizzata progressione economica che ricordiamo non costare neanche un euro ai cittadini italiani.

Per aprire un tavolo un tavolo negoziale con il governo occorre mobilitarsi subito e con forza, perché pensiamo sia chiaro a tutti che la volontà di questo governo sia quella di assecondare le richieste della BCE che non sono di lotta all'evasione o di attacco ai grandi patrimoni ma di precarizzazione del mondo del lavoro attraverso l'abolizione dell'articolo 18 e i licenziamenti nel settore pubblico.

Continuare a far credere ai lavoratori che si sta parlando di semplici accorpamenti e non di soppressioni, che ci sia ancora margine per negoziare, che nessuno perderà il posto di lavoro è proprio quello che il governo vuole. Quello che crediamo sia necessario, per fermare questo attacco, sia una forte, decisa e immediata mobilitazione di tutto il personale che abbiamo è cominciata venerdì con le riuscite mobilitazioni nelle piazze di Roma e Milano, mobilitazioni che ora devono diventare permanenti nei posti di lavoro. Su questo saremo disponibili con CHIUNQUE a trovare unità e condivisione di lotte e d’intenti.

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