Redditi 2012 e il nuovo che avanza

Quest’anno si giocherà una partita importante sul fisco

Roma -

Anche quest’anno i dati pubblicati dal Ministero delle Finanze sulle dichiarazioni dei redditi (anno di imposta 2012) delle persone fisiche fotografano la profonda ingiustizia del nostro sistema fiscale: il carico fiscale Irpef ricade, per la stragrande maggioranza, sulle spalle dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, gli imprenditori (ditte individuali) dichiarano  meno dei lavoratori dipendenti e poco più dei pensionati  (17.470 euro degli imprenditori contro i 20.280 euro dei lavoratori dipendenti e i  15.780 euro dei pensionati) ed una esigua minoranza del paese detiene una fetta assai rilevante della ricchezza nazionale (il 22, 7% del reddito complessivo si concentra nelle mani del 5% dei contribuenti).

 

Nulla di nuovo, quindi, sul fronte fiscale, con la crisi che continua ad accentuare esponenzialmente una disuguaglianza sociale che certamente non sarà compensata dagli 80 euro in busta paga per i redditi fino a 25.000 euro (per chi li percepirà naturalmente..) Unica novità, decisamente allarmante, è rappresentata dal fatto che, rispetto alle dichiarazione dei redditi del 2008 (prima dello scoppio della crisi), spariscono le dichiarazioni di circa 350.000 lavoratori dipendenti e 190.000 pensionati, a testimoniare che, per queste categorie, la crisi economica si sta configurando come una vera e propria ecatombe.

 

Qualsiasi governo dotato di un barlume di senso di giustizia sociale e fiscale dovrebbe partire da questi elementi allarmanti per una seria riflessione. Ed invece nulla di tutto ciò compare tra i tanti annunci shock con i quali Renzi prova a distrarre l’attenzione del paese sulle vere diseguaglianze. Anzi, la discussione parlamentare sul  provvedimento relativo al rientro di capitali all’estero  (la c.d. voluntary disclosure) avviata con il precedente governo Letta, si starebbe orientando nella direzione di concedere agli esportatore “pentiti” di far rientrare quei capitali pagando una aliquota di circa il 18%, oltre alla depenalizzazione dei reati commessi!

 

Dal condono mascherato della versione targata Letta, al condono palese dell’attuale governo Renzi! E, udite udite, questo condono dovrebbe servirebbe a finanziare i tanto sbandierati 80 euro che, dal mese di maggio, il governo ha promesso di mettere nelle tasche dei lavoratori dipendenti.

 

Stando così le cose, quindi, gli sconti fiscali nei confronti dei lavoratori dipendenti sotto i 25.000 euro, sarebbero finanziati oltre che dalla spending review cioè taglio di servizi, mobilità e licenziamenti nel settore pubblico, anche da una fonte (il rientro di capitali illecitamente esportati all’estero) che continuerà a garantire impunità fiscale (e penale) ai soliti noti.  Una manciata di euro per i lavoratori ed un vero e proprio affare per i soliti noti!

 

Più che il nuovo che avanza siamo dinanzi al solito vecchio copione che si ripete!

 

Noi non accettiamo questo scenario con rassegnazione, né ci facciamo incantare dalla  promessa degli 80 euro, mentre si consolida un sistema fiscale così sfacciatamente dalla parte dei potenti e delle lobby economiche.

 

Quest’anno si giocherà una partita importante sul tema del fisco perché dovranno essere emessi i decreti applicativi che seguono la delega in materia fiscale.

 

Quella partita vogliamo giocarla fino in fondo, aprendo uno spazio di discussione collettiva sulla materia fiscale partendo dal presupposto che per ribaltare una politica fiscale profondamente ingiusta ed avviare finalmente una lotta senza tregua all’evasione fiscale, occorra partire dal potenziamento del nostro comparto. Nuove assunzioni e valorizzazione delle risorse presenti attraverso riconoscimenti professionali e salariali costituiscono la base di partenza per imprimere alla discussione sulla tematica fiscale la giusta direzione.

 

Su questo, a breve, l’USB aprirà un confronto con i lavoratori.