Riorganizzazione, chi si guarda l'ombelico e chi lotta per i lavoratori

Roma -

Il 9 maggio cgilcisluilsalfiflp sono stati convocati al tavolo per la riorganizzazione che, tra le altre cose, prevede la chiusura di diversi Reparti dell’UPT e il trasferimento obbligatorio del personale di 36 uffici nelle limitrofe provincie.

A quel tavolo potevano e dovevano farsi sentire in maniera chiara e determinata ed invece non hanno battuto ciglio. Anzi, la riunione è terminata con un comunicato unitario intitolato “POER ultimo atto …” in cui le stesse sigle sindacali rivendicavano come risultato raggiunto la pubblicazione delle graduatorie, magnificavano la trasparenza nell’attribuzione degli incarichi e, sul fronte riorganizzazione, esprimevano soddisfazione per la proroga al primo giugno, da loro richiesta, in quanto consente di evitare “l’attribuzione di nuove deleghe temporanee”. Il comunicato termina, poi, dando per scontato che il “capitolo, quello delle POER e della conseguente riorganizzazione”, sia chiuso, addossando all’Amministrazione la responsabilità della paralisi che da tempo avvolge il settore e con la speranza di riprendere il cammino contrattuale.

Quindi, da un lato esprimevano soddisfazione (?) per lo svolgimento della procedura delle Poer, dall’altro non una parola veniva spesa sul rischio mobilità che pende sulla testa di oltre cento lavoratori.

Come USB abbiamo immediatamente richiesto ai vertici dell’Agenzia che si scongiurasse il rischio mobilità per i lavoratori delle costituenti Aree interprovinciali del Settore Stime erariali ed OMI e formulato una proposta chiara e concreta: non modificare le piante organiche, lasciando i lavoratori in carico alle proprie Direzioni Provinciali attraverso lavorazioni condivise che, appunto, agganciassero i lavoratori alle DP di appartenenza.

Solo a seguito del nostro intervento cgilcsiluilsalfiflp si sono svegliate e hanno chiesto all’Agenzia un incontro per scongiurare la mobilità.

Insomma USB, anche se illegittimamente esclusa dai tavoli di confronto sindacale, continua ad esercitare fino in fondo il proprio ruolo ed anzi determina ed orienta con le sue proposte l’andamento delle trattative.

Abbiamo acceso i riflettori su alcuni specifici aspetti della riorganizzazione che evidentemente si volevano nascondere ed auspichiamo che si possa addivenire ad una soluzione ragionevole come quella da noi proposta per mettere al riparo i lavoratori dal rischio mobilità.

Solo la mobilitazione dei lavoratori e la chiarezza delle proposte può cambiare davvero il corso delle cose mentre l’Amministrazione e il sindacato unico cgilcisluilsalfiflp sono interessate esclusivamente al proprio ombelico e a salvaguardare dirigenza e POER.