RSU: grande affermazione di USB Pubblico Impiego
Un eccezionale risultato che conferma la necessità e la possibilità di un’indispensabile alternativa.
A raccolta dati quasi conclusa si conferma la grande avanzata dell’USB nelle elezioni RSU del Pubblico Impiego. USB P.I. mantiene e rafforza la maggiore rappresentatività nelle Agenzie Fiscali, negli Enti Pubblici non Economici, nei Ministeri e nella Presidenza del Consiglio dei Ministri, mentre la conquista nella Università e Ricerca.
USB cresce inoltre in tutti gli altri comparti, sia in termini di voti che di eletti, e si affaccia per la prima volta nel comparto Scuola, con centinaia di liste e di eletti.
In tanti uffici e territori strategici USB è il primo sindacato. Così nella sede centrale del Ministero del Lavoro, nel Ministero di Grazia e Giustizia a Roma, nella Direzione Generale del personale militare del Ministero della Difesa e nella Sede Centrale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Aumenta la sua consistenza ed è il secondo sindacato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e nella Direzione Generale dell’Inps. Sempre all’Inps, è il primo sindacato in Sardegna, Friuli, Trentino.
Nelle Agenzie Fiscali aumentano voti, eletti ed il peso rappresentativo: quadruplicano i voti negli uffici centrali dell’Agenzia delle Entrate e USB si afferma come primo sindacato nella Direzione Regionale del Lazio.
L’alternativa a CGIL CISL e UIL si consolida anche negli Enti territoriali. Aumentano i voti e gli eletti negli Enti Locali, crescendo nei comuni metropolitani, in particolare Roma, Milano e Bologna. L’USB è primo o secondo
sindacato in decine di Comuni e Provincie e rafforza il proprio radicamento nelle Regioni.
In Sanità si consolida la presenza su tutto il territorio nazionale, in particolare in Lombardia, Campania, Toscana e Veneto.
Questo eccezionale risultato è patrimonio comune di tutti coloro che con il proprio contributo ne hanno consentito il raggiungimento. E’ grazie all’impegno militante di migliaia di lavoratrici e di lavoratori che, mentre i sindacati concertativi spendevano migliaia di Euro in pubblicità su giornali, radio e televisioni, si è potuta confermare non solo la necessità, ma anche la possibilità di un’indispensabile alternativa.