Sardegna - Territorio, valutazioni, pregiudizi e progressioni economiche
Ora che le graduatorie sono state pubblicate, che è stata tracciata la linea di divisione tra i lavoratori “promossi e bocciati”, USB continua nella sua opera di denuncia e mobilitazione per costruire una giornata di lotta. L’obiettivo nostro era e rimane una progressione economica per tutti e che, dopo l’incorporazione dell’Agenzia del Territorio, continueremo a portare avanti.
Vogliamo qui fare una riflessione sulle progressioni appena concluse.
I requisiti richiesti dall’Agenzia per l’attribuzione del ruolo di dirigenziale sono i seguenti:
“Gestione delle risorse umane ed assunzione di decisioni, gestione dei rapporti interpersonali anche in situazioni di tensione, negoziazione e gestione dei rapporti con le Organizzazioni Sindacali; Leadership”
Ma i nostri dirigenti, che in sede di interpello ne hanno fatto ampio sfoggio, li posseggono realmente? Crediamo proprio di no!
È sotto i nostri occhi il malcontento generale per le valutazioni del personale.
Anche le OO.SS. amiche dei kaimani hanno pianto lacrime di coccodrillo e sono corse ai ripari sapendosi muovere abilmente nella palude delle raccomandazioni, in attesa di poter sbranare i fondi pensione dopo aver partecipato ai banchetti a base di ostriche e fondi pubblici.
Nelle valutazioni i giudizi sono gonfiati all’eccesso: non sono previste insufficienze e le eccellenze si sprecano.
Non siamo più considerati fannulloni? Non illudiamoci!
In questo modo anche il voto più basso è stato difficilmente contestabile, anche perché la valutazione è espressa in via sintetica e non documentale.
Più che di un giudizio ci siamo trovati di fronte ad un pregiudizio che, in una disposizione dell’Agenzia esterna all’accordo, viene per l’appunto definito pre-valutazione e sottoposto alla magica alchimia a base di excel e statistica dei polli di Trilussa per ascendere appieno al titolo di “valutazione”, insindacabile tranne che per alcuni sindacati e probabilmente per altre tipologie di padrini.
Alla base del (pre)giudizio vi è il vero indicatore: l’affidabilità, intesa come cieca obbedienza, complice riservatezza, in definitiva adesione totale ai diktat dei capi.
I quali a loro volta hanno svolto diligentemente il compitino, disegnando perfette campane gaussiane che hanno suonato all’unisono l’ennesima cacofonia.
Lo sconforto o la soddisfazione di essere passati non deve prevalere sulla necessità di continuare a mobilitarsi TUTTI INSIEME sino al raggiungimento del traguardo che ci eravamo proposti. Una progressione economica per tutti. Solo insieme riusciremo a raggiungere questo e futuri obiettivi.